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A un passo da TE

Pietracamela è un piccolo comune di appena 208 abitanti della provincia di Teramo.

Il nome è ovviamente composto da due termini, “Pietra”, derivante da “petra” ossia pietra, roccia e “Camela” che ha diverse ipotesi interpretative.

C’è infatti chi ritiene che questa parola derivi da “Cimmeria”, riferibile al popolo dei Cimmeri che si stanziarono nel territorio del Mezzogiorno d’Italia intorno al I millennio a.C. Alcuni autori invece ci tramandano il termine “Cameria”, ricorrente nelle denominazioni di località appenniniche dell'Italia centrale e dell'Abruzzo. Chi si rifà poi a “Cacumeria” ossia “pietra in cacumine”, a voler indicare la grande pietra posta alla sommità del paese.

Abbiamo poi chi sostiene “Cumerij”, dal latino “cumerum, i” o “cumerium, ii” che descriverebbe la montuosità del territorio per avere infine, chi predilige il semplice termine “Camela”, denominazione derivante dalla corruzione della parola Cameria. In Comune si trova infatti una testimonianza scritta che racconta il nome del borgo come “Pietra Camela seu Cameria”.

Passando in rassegna lo splendore architettonico religioso, non si può che menzionare la Chiesa di San Leucio dedicata al patrono del paese e primo vescovo della Diocesi di Brindisi.

La Chiesa di San Giovanni Battista, a seguire, è un edificio religioso di piccole dimensioni, si parla di 50 m² dove si ospita un solo altare sormontato da colonne e decorato da stucchi. Chiesa comunque molto antica dato che risale al XV secolo.

Si passa poi alla Chiesa di San Rocco del XVI secolo e dedicata al Santo protettore degli appestati e dei piagati.

Il panorama religioso si chiude con la Chiesa della Madonna di Collemolino, ormai in rovina, di cui restano solo le mura perimetrali. Conosciuta anche come Chiesta della Madonna della Verità e Madonna di Loreto. Di questa struttura purtroppo non si conosce né la storia né l’età della costruzione.

Passando all’architettura civile, partiamo da Casa Signoretti o Casa de Li Signuritte, databile tra il XIV e il XV secolo. Particolarità interessante è la facciata con due finestre bifore, ornate con due motivi differenti. Sull’architrave della prima bifora vi sono bassorilievi di una testa e di un paio di forbici con lame aperte simbolo, molto probabilmente, della Corporazione dei lanai. La seconda bifora invece presenta un bassorilievo di un cavaliere intento a suonare la tromba e due facce ritratte una di fronte e l’altra di profilo.

Tra le opere civili minori ricordiamo Casa Torre, usata in passato come torre di avvistamento.

Il Mulino comunale, costruito nel XVII secolo e che funzionava grazie alla forza motrice delle acque del Rio Arno.

Lavatoio pubblico ormai distrutto a causa di una frana del 2011 e come ulteriore menzione ricordiamo il Monte Calvario che rappresenta un rilievo roccioso che sovrasta il corso del Rio della Porta, al cui culmine sono state affisse tre grandi croci.

Nota speciale per il Museo delle genti e degli antichi mestieri, allestito all’interno delle sale del Municipio dove si raccolgono immagini, oggetti, strumenti di uso quotidiano della cultura contadina e montanara e il Museo dell’Alpinismo. Quest’ultimo ha sede nella frazione di Prati di Tivo e documenta la storia delle esplorazioni del Gran Sasso d’Italia.