Giovanni, 16 anni. Adolescente teramano. Marta, la sua fidanzata. Nel dopo scuola qualche bacio alla fermata del "tram" a Piazza Garibaldi. Sono lontani i tempi delle “calate per il corso”, dei primi baci alla Villa Comunale, baci d’altri tempi. In effetti gli adolescenti teramani d’oggi faticano a trovare un loro “spazio”, una dimensione reale che possa accogliere le loro aspettative, i loro bisogni.
Teramo appare statica, ricurva su se stessa, proiettata sulle storie di generazioni passate, queste ultime incapaci di comprendere i bisogni degli adolescenti d’oggi. Ma se ci riflettiamo bene, nell’ultimo ventennio cosa è stato fatto per i nostri giovani? A parte un po’ d’asfalto, a parte qualche pista ciclabile, a parte qualche percorso pedonale fluviale … dov'è finita la programmazione per uno sviluppo sostenibile e sociale della nostra gioventù? Il piano triennale delle opere pubbliche 2021-2023, poi divenuto 2022-2024, sembra un trattato di mera ingegneria sismica, con preponderante presenza di adeguamenti sismici di edifici scolastici o rafforzamenti di ponti cittadini. Ma i giovani? Cosa diamo a questi giovani? E poi ci lamentiamo se stanno ogni giorno davanti agli schermi dei loro cellulari?
Quale spazio cittadino può accogliere i nostri giovani da un ventennio a questa parte?
Da molti lustri la nostra città, sembra diventata una preistorica valle ove si rimembrano solo tempi passati, altro che transizione sociale-economica-generazionale.
E’ triste osservare da tempo l’assenza di una programmazione concreta verso i bisogni della gioventù. Eppure basterebbe cosi poco, l’ascolto dei bisogni adolescenziali ad esempio, in questo tempo che cambia e che modifica velocemente le esigenze dei nostri ragazzi.
Non sarebbe male inserire nel programma triennale delle opere pubbliche della Città di Teramo un numero “più consistente” di interventi concreti volti a soddisfare i bisogni dei nostri adolescenti, spazi vivi di aggregazione pubblica,in linea con le politiche di Social Innovation per i giovani, già intraprese in alcune realtà italiane. E perchè no, trarre spunto dalla Strategia dell’UE per la gioventù 2019-2027 che identifica la partecipazione come uno dei principi guida che «dovrebbero essere applicati in tutte le politiche e attività riguardanti i giovani»: SmartLab ispirati a quello di Rovereto, o social House per ragazzi, da vivere nel quotidiano. Luoghi “costruiti” proprio con il contributo delle idee dei nostri ragazzi, che forse andrebbero semplicemente coinvolti e ascoltati di più.