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ico title sx I giovani, il partito del non voto ico title dx

Non ho molto tempo di scrivere quando si devono lavare tutti gli ingredienti per le mazzarelle. Inutile dire che devono diventare bianche e gli ingredienti del trito devono respirare con l’aglio bianco. Come è ovvio dire ai tre candidati a sindaco di Teramo che vincerà chi porterà i giovani a votare. Il partito del non voto ha una storia lontana che i dati di open polis spiegano in maniera perfetta.  A partire dalle elezioni del 1979 l’affluenza alle consultazioni parlamentari ha subito un progressivo e quasi continuo calo che l’ha portata dal 93,4% del 1976 al 63,8% del 2022. 63% l’affluenza alle elezioni parlamentari 2022 (camera).
Dalla fine degli anni ’80 infatti solo in due occasioni si è registrata una momentanea ripresa dell’affluenza: prima nel 1987, con una crescita di appena 0,8 punti percentuali rispetto al 1983, e poi nel 2006 con una crescita di oltre 2 punti rispetto al 2001. I ragazzi che arrivano al voto rappresentano il 20% dell’elettorato. Basterebbe cercare di intercettare i loro modo da piattaforma social e portarli al voto per la prima volta. Ha ragione Lucia Massi quando scrive "Dal voto alle urne si è passati alle piattaforme di petizione on-line: pigiando un tasto al computer si esprime un like o un pollice verso di adesione: ciò è di fatto espressione dei tempi che cambiano, un diverso modo di partecipazione e di credere che così, più che votare, si incida sul social-politico”. Il compito di chi organizza le campagne elettorali? Studiare il partito del non voto come se fosse la ricetta della mazzarella. Ingredienti dopo ingredienti. L’unica vera ricetta.

 

Paola Maria Ferretti