Nato nel 1971, Massimo Bruni è un pizzaiolo abruzzese che ha conquistato il mondo con la sua passione e la sua dedizione per l'arte della pizza. La sua carriera, iniziata in modo inatteso, è il frutto di un percorso fatto di scelte audaci, esperienze internazionali e un legame profondo con la sua terra d’origine, l'Abruzzo.
Dall’infortunio al calcio alla scoperta della pizza negli USA
Prima di diventare un pizzaiolo famoso, Massimo Bruni coltivava un sogno diverso: giocare a calcio. Un infortunio, però, cambiò il suo percorso, e a vent'anni partì per gli Stati Uniti per seguire un'altra passione, quella per la musica. Proprio durante una festa di italiani, si ritrovò per caso a cantare canzoni italiane, e la serata si trasformò in un tripudio di richieste di brani popolari e abruzzesi. Fu lì che conobbe una ragazza, proprietaria di un panificio a Philadelphia, e nacque in lui l'interesse per la panificazione.
Con l’aiuto di un fornaio polacco e le ricette inviate dalla madre, Massimo cominciò a perfezionare le tecniche di panificazione. Dopo cinque anni negli USA, nel 1997, tornò in Italia. Sebbene desiderasse aprire un forno, i costi erano troppo elevati, così optò per una pizzeria. Creò un concept “American style” ma con una visione personale e con la "musica sempre in testa".
A Ortona, un incontro decisivo fu quello con Osvaldo Legnini, tecnico del Molino Alimonti, che lo guidò nello sviluppo delle tecniche di impasto. Massimo dedicò due ore al giorno per migliorare l’aspetto tecnico, e presto i risultati arrivarono: nel 2011 partecipò al Campionato Mondiale della Pizza, classificandosi undicesimo. L’anno successivo, nel 2012, raggiunse finalmente il primo posto, un traguardo che rappresentò per lui una rivalsa personale e professionale. Massimo porta con sé l’Abruzzo in ogni sua creazione e quell’anno vinse con ingredienti tutti nostrani: pizz’e fuje, le pallotte cace e ove, ventricina vastese e il Parmigiano Reggiano DOP a coniugare l’Abruzzo alla città di Parma che lo ospitava.
Nel 2013 si classificò terzo nella categoria della "pizza in teglia". Nel 2014 vinse sempre il Campionato Mondiale della Pizza, il primo premio nella categoria “Pala a metro”, che combinava ingredienti come provola, porro cotto, mortadella e pecorino di Farindola.
Una filosofia controcorrente
Massimo Bruni ha una visione particolare della pizza: per lui deve rimanere un prodotto semplice e deve rimanere accessibile a tutti, lontano dalle tendenze gourmet che spesso gonfiano i prezzi e snaturano l’autenticità del piatto. Crede che la cottura sia l’elemento più importante, tanto da sostenere che la cottura è la chiave per una pizza perfetta: "Un impasto eccellente, se cotto male, delude; un impasto imperfetto, se cotto bene, può sorprendere". Preferisce le pizze in teglia con un massimo di tre ingredienti, in modo che i sapori possano essere apprezzati nella loro semplicità.
Il futuro della pizza e il desiderio di trasmettere la passione
Guardando al futuro, Massimo punta a diffondere le sue conoscenze. Il futuro di Massimo è proiettato sulla formazione: vuole trasmettere la sua esperienza a chi desidera imparare, specialmente ai giovani. Ha già svolto attività pro bono per ragazzi in difficoltà, trovando una grande soddisfazione nel poter fare la differenza a livello umano. Sul fronte delle tendenze, vede una crescita della domanda di pizze senza glutine, con farine semplici e povere di proteine, per ridurre l’impatto sulla salute.
I social media e la pizza: una relazione complessa
Massimo ammette che i social media hanno trasformato il mondo della pizza, ma lui stesso preferisce un approccio autentico. Non cerca la "fotogenicità" e, anche se riconosce l’importanza del marketing, rimane legato a un modo di comunicare più diretto. Nonostante sia già giudice in alcune competizioni, non esclude di voler tornare a gareggiare per rivivere l’adrenalina della sfida. “Non giudico il pizzaiolo, giudico la pizza,” dice, con la convinzione che sia la qualità del prodotto, e non l’apparenza, a fare la differenza.
Massimo Bruni è un pizzaiolo di talento che ha fatto della pizza una forma di espressione, un omaggio alla sua terra e un mezzo per tramandare valori. Resta fedele alla qualità degli ingredienti, alla tradizione abruzzese e all’idea che la pizza debba rimanere accessibile e autentica. Come dice lui stesso, il suo motto è: "Non seguire mai la strada di chi ti ha preceduto, ma scendi una fermata prima e prosegui da solo con le tue idee verso la tua meta."
Questa intervista rivela un uomo che, oltre alla passione per la pizza, ha un forte senso di identità e un desiderio di ispirare gli altri, rendendo l’Abruzzo orgoglioso della sua arte.
Antonello Fabrizio
Narratore del Gusto