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Approfondimenti

Quando hai l’occasione di conoscere persone di grande ispirazione, parti e vai.

Vincenzo Cipolloni, detto Enzo, è un ragazzo di 39 anni di Teramo, disabile in seguito ad una nascita problematica. Stamattina abbiamo parlato, mi ha raccontato la sua vita, ma non voglio addentrarmi nella sua storia perché si perderebbe il fulcro di questo articolo e soprattutto non è nel suo spirito combattivo cercare pietà.

“Non posso andare da nessuna parte, sono stanco e non vengo ascoltato”.

Cosa avrà mai chiesto di tanto assurdo per non essere assecondato nella sua richiesta d’aiuto? Pedane per entrare nelle attività pubbliche e private.

La disabilità di Enzo, che si riflette su difficoltà fisiche, dal momento che intellettualmente è stato emozionante confrontarmi con lui per la sua profondità d’animo e intelligenza, lo costringe a potersi muovere solo con l’ausilio di una carrozzina elettrica che egli stesso dirige grazie ai comandi installati sul bracciolo sinistro del mezzo.

La vicenda non vuole essere una panoramica strappalacrime perché questo ragazzo ha una voglia di vita, che fino ad ora, ho visto poche volte in vita mia. Ha gli occhi di chi sa quello che vuole, tanto che la sera collabora con una pizzeria del centro di Teramo come porta pizze che consegna ad abitazioni che può raggiungere compatibilmente con le caratteristiche della sua carrozzina. Oltre questo, da pochi giorni, ha iniziato ad aiutare anche al Kairòs, un Centro Giovani situato vicino al Duomo della città teramana, struttura che ha posizionato proprio per Enzo, una piccola pedana per permettergli di accedere alla sede.

Mentre mi raccontava tutto ciò, con gli occhi illuminati dalla gioia di poter essere utile alla società e con una piccola pausa vocale di chi sta per dire qualcosa che lo tocca nell’anima, conclude con “sono davvero contentissimo”.

Intento a spostare come in un trasloco, l’emozione che aveva ormai invaso ogni centimetro del mio cuore, arriva purtroppo il lato negativo che ancora attanaglia la vita di questa splendida persona.

Enzo, infatti, lamenta l’essere obbligato a condurre da anni delle battaglie per far abbattere il più possibile le barriere architettoniche nella sua città dal momento che sono davvero pochissimi gli uffici pubblici e le attività commerciali che sono dotate di scivoli per persone disabili e quei pochi ausili che si intercettano, a volte, sono occupati da fenomeni che parcheggiano le loro auto all’imbocco di questo aiuto per le persone con importanti difficoltà.

“Non ce la faccio più”, aggiunge, e seppur la professione forgia a rimanere quanto più neutrali possibili, è difficile non farsi scalfire da una richiesta tanto semplice quanto di immediata realizzazione.

Capisco che… anzi no, non capisco perché quando i problemi sono altrui, si fa finta di ascoltare, si rimandano decisioni e interventi sperando che finiscano in qualche modo nel dimenticatoio mentre determinate persone soffrono quotidianamente nel vedere la propria vita limitata per la mancanza di quel briciolo in più di ascolto e altruismo.

Spero vivamente che qualcosa si smuova presto perché non bisogna scordarsi che se le difficoltà fisiche possono essere diverse da uomo a uomo, i sentimenti che proviamo sono gli stessi.

Daniele Piersanti