Una società che corre, poche certezze sul futuro con quasi tutti gli ambiti lavorativi saturi per permettere di crearsi il proprio domani e una lettera aperta.
La lettera aperta di un 20enne che ha diviso il web.
Una lettera in cui il ragazzo, una volta diplomato, ha messo nero su bianco i traumi che un’insegnante gli ha generato a forza di umiliazioni, screditamenti dinanzi la classe e frustrazioni tanto da dover ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta per superare gli attacchi di panico e il dolore di quel non sentirsi apprezzato, non solo come studente ma come persona perché, ricordiamolo, non sempre sono solo i giovani a doversi fare un esame di coscienza!
“Ho finalmente ricevuto il diploma dopo tanta fatica e sudore ma lei mi è rimasta impressa durante questi due anni, e non in positivo. Avrei solo voluto che invece di accusarmi di non avere voglia, di essere un incompetente, mi prendesse da parte e mi rassicurasse. Cambi i suoi metodi, quel comportamento arrogante e provocatorio non fa altro che creare paura e insicurezza negli studenti. Provi a comunicare di più, a parlare ed empatizzare, e vedrà che i suoi alunni la seguiranno per ciò che dice e non per paura”.
Poche righe ma tanto su cui riflettere.
Già solo leggendo si può percepire come ci sia un muro tra i vari gruppi che compongono la vita sociale di oggi, un’assenza di obiettivi comuni dove in questo caso una professoressa non aiuta un giovane o i casi in cui la famiglia è contro la scuola, i giovani contro la famiglia o quest’ultima contro i propri figli.
Non assaporate un clima di tensione? E per cosa? Per arrivare dove?
Ognuno a scaricare i propri traumi all’altro come una patata bollente invece di comunicare, la santa comunicazione che tutto può risolvere, per capire come lavorare insieme verso un benessere e una soddisfazione collettiva, a maggior ragione se si tratta di un ragazzo che cerca di trovare il proprio posto nel mondo ma viene traumatizzato da chi avrebbe dovuto trasmettergli solo il sapere!
Daniele Piersanti