La maggior parte delle persone si sono scandalizzate sulla questione Ferragni-Balocco e su questo non c’è nulla da dire.
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, viene nelle tante attese scuse che un po’ tutti si aspettavano dalla ragazza e che puntualmente sono arrivate.
Dov’è il problema allora?
Il punto è che in seguito al video chiarificatore che la Ferragni ha fatto e in cui indossava una tuta grigia di lana ed angora, colore che secondo l’armocromista Enrico Chiccio non è stato scelto a caso ma nel linguaggio delle tonalità questo emanerebbe senso di dispiacere, beh, l’indumento è andato immediatamente sold out.
Lo stesso articolo sul sito dell’azienda Laneus che lo crea è esaurito, nonostante il suo costo si aggiri intorno ai 600 euro.
Alla fine il fulcro non è neanche questo, potendolo intendere più come un preambolo a, forse, il lato più profondo della questione ossia, se molti, quasi tutti, aspettavano una spiegazione della vicenda da parte della stessa Chiara Ferragni, l’attenzione sarebbe dovuta ricadere totalmente sulle sue parole e invece ha destato più attenzione un capo indossato.
Questo è il nucleo, non solo della questione in oggetto, ma un po’ della quotidianità che viviamo dove la famosa massa cavalca l’indignazione, grida allo scandalo ma nel momento in cui ci si siede ad analizzare più attentamente i motivi o i lati nascosti di una vicenda, in pochi sono interessati ad andare a fondo nelle storie.
P. S.
Non sapevo neanche io cosa fosse l’ “angora” quindi vi abbrevio la strada della ricerca in internet dicendovi che è un tipo di lana pregiata che viene realizzata grazie al pelo, appunto, del “coniglio d’angora”.
Daniele Piersanti