Studio, impegno, dedizione, disciplina verso le proprie passioni, a Bart Huges questo non bastava.
Nato ad Amsterdam nel 1934 e appassionatosi di medicina con la crescita, tanto che si iscrisse all’Università della sua città natale proprio per studiare l’area medica senza però mai conseguire la Laurea a causa dell’uso smodato, quasi incontrollato di droghe oltre che alla sua pubblica difesa della ricerca sull’LSD, Huges con il tempo volle sperimentare su se stesso un aspetto evolutivo per lui sottovalutato.
Nel 1964, infatti, pubblica il proprio saggio chiamato “Homo sapiens correctus”, nel quale dava una sua spiegazione sul perché i bambini avessero capacità di apprendimento molto superiori rispetto agli adulti.
Per l’olandese il “segreto” risiedeva nella fontanella che i più piccoli hanno alla nascita e che permetteva loro di far respirare il cervello con la conseguenza che l’organo era più sensibile, più predisposto, più reattivo a qualsiasi nozione o attività da imparare.
Nella mente di Bart prese piede dunque la voglia di avere queste formidabili doti dei bambini.
Ma come fare su un adulto che ha ormai sviluppato completamente?
Decise di trapanarsi il cranio per tornare a far ossigenare il cervello nel miglior modo possibile ma, non trovando nessun chirurgo disposto ad assecondarlo, nel 1965, si perforò la testa da solo perché era convinto che ciò sarebbe stato il salto di qualità per la sua vita, oltre che un progresso scientifico di notevole rilevanza che avrebbe permesso all’umanità di svilupparsi molto più rapidamente date le abilità che avrebbe appreso con notevole facilità.
Questa pratica non portò ad alcun beneficio ma per fortuna di Huges non gli costò la vita durante l’operazione dal momento che è morto sempre nella sua città natale nel 2004.
Daniele Piersanti