Se cercavate una storia motivazionale o semplicemente delle righe che vi comprendano e vi diano forza, leggete almeno qualche altra riga per vedere se vi sentirete meglio.
Non ci conosciamo e probabilmente mai ci vedremo dal vivo ma come spesso accade, quando si inizia a leggere una storia di persone più o meno famose, si finisce sempre per ritrovarci un po’ del nostro stesso vissuto.
Per carità, io sono un ragazzo qualunque e mi farò da parte dopo quest’ultima frase, lasciando alla tumultuosa storia di Jim Carrey, l’abbraccio che magari state cercando.
L’artista poliedrico Carrey nasce nel 1962 a Newmarket, in Canada. Solitamente, lo stress di oggi, ci porta a rimanere su ciò che traspare all’esterno di una persona, evitando di intasarsi la testa con troppe domande esistenziali che ingolferebbero una mente che cerca pace nel mare dei pensieri quotidiani.
Dietro il sorriso dell’attore canadese, si nasconde un vissuto difficile.
All’età di 14 anni, suo padre perde il lavoro e la famiglia si trova a fare i conti con degli importanti problemi finanziari, tanto che sono costretti ad usare un furgoncino Volkswagen parcheggiato su un terreno di proprietà di un parente ma il giovane talento, unito ad un obiettivo preciso, quello di affermarsi nel mondo dello spettacolo, portarono il piccolo Jim già all’età di 10 anni, a spedire la sua candidatura per il “The Carroll Burnett Show”, programma composto principalmente di sketch comici interpretati da Carol Burnett e da altri attori. Per perseguire il suo sogno e per dare una mano alla famiglia, il giovane lavorava in fabbrica ogni pomeriggio dopo la scuola.
A 15 anni, Carrey riesce ad avere la sua prima piccola chance, esibendosi sul palco di uno spettacolo comico e dato i responsi positivi, l’anno dopo decide di lasciare la scuola per concentrarsi completamente alla commedia.
Dopo non molto si trasferisce a Los Angeles dove lavora per il film “Mulholland Drive”, preludio del 1995 dove viene consacrato come uno dei migliori talenti grazie a “Scemo e più scemo”.
La motivazione che questo piccolo approfondimento vuole trasferirvi non rimane però circoscritta a questa breve infarinatura su di un attore monumentale ma c’è un altro insegnamento delicato da citare.
Non c’è una vetta tanto sicura da cui non si può cadere.
Infatti Jim Carrey ha dovuto combattere, nel corso della sua ascesa al successo e anche nei momenti migliori, con un mostro tanto forte quanto subdolo, la depressione, arrivata nel 2015, anno in cui la compagna Cathriona White, una truccatrice irlandese, si è suicidata con un’overdose di medicine dopo appena cinque giorni dalla fine della relazione voluta dallo stesso Carrey. Vittorioso fuori ma divorato dentro, è riuscito con impegno e pazienza a prendere anche questa fase della sua vita come sì una sfida difficile, ma anche come un’opportunità per crescere e maturare consapevolezze sulla bellezza di ogni istante che la vita ci concede di vivere.
Oggi, dopo un viaggio esistenziale che lo ha portato a soffrire in ogni campo, da quello economico, lavorativo e soprattutto di salute, siamo comunque qui a parlare di uno dei più importanti e conosciuti attori polivalente della storia del grande e piccolo schermo.
Quindi, per concludere e rimanendo io in disparte, vi voglio lasciare con una frase dello stesso Carrey che spero possa aiutarvi quando sentite di star barcollando: “E' meglio rischiare di morire di fame che arrendersi. Se si rinuncia ai propri sogni, cosa rimane?”.
Daniele Piersanti