Ci sono articoli che, come i cantanti fanno per alcuni loro pezzi, richiedono un preciso tempo per essere realizzati bene.
Per questo ho preferito le ore più calme e notturne della giornata per scrivere, non solo perché è la sera in cui ognuno di noi arriva a tirare le somme del corri corri della vita, ma soprattutto perché essa, con i suoi ritmi che rallentano, i rumori della società che si attenuano, fa riaffiorare quella parte di noi che spesso si chiede: “Cosa conta davvero in questa vita?”.
A Marco, poco dopo capodanno e con l’avvento del 2021, a causa di una forte fitta nella zona pelvica che lo portò a farsi visitare in ospedale, fu diagnosticato un raro tumore maligno che viene identificato col nome di “sarcoma desmoplastico a piccole cellule rotonde”.
Non sono qui a volervi rattristare, ci mancherebbe, voglio solo che queste righe che sto scrivendo ci portino a ragionare e fermare la mente su ciò che dovrebbe valere nella nostra esistenza.
Marco, una volta ricevuta la devastante diagnosi, decise di aprire immediatamente un canale youtube “io vs cancro”, per confrontarsi con chi stesse vivendo situazioni simili e condividere con chi si fosse imbattuto nella sua pagina, l’avventura verso una sperata guarigione.
Ragazzo solare, pulito, dai toni pacati nonostante gli occhi urlassero sofferenza che, con una cadenza irregolare dovuta a come si sentisse in base alle terapie e alle forze, caricava video di aggiornamento sul suo percorso curativo ma che si sono trasformati in breve tempo, in contenuti quasi motivazionali perché il sorriso con cui apriva ogni suo nuovo appuntamento, riusciva a cancellare per un attimo i “problemi” che spesso sentiamo come opprimenti e del “capita tutto a me”.
Beh, questo ragazzo che ci ha lasciati precisamente una settimana fa, 10 maggio e proprio il giorno del suo compleanno, non si è mai catalogato nel “capita tutto a me”.
Mi piaceva portarvelo, non perché io sia stato uno dei suoi primi sostenitori anche se il canale youtube continua a crescere (ad oggi più di 22.000 iscritti), né voglio “discriminare” chi sta soffrendo raccontando solo la storia di Marco ma questo ragazzo, andato via a soli 31 anni, voglio o almeno spero, che sia un ulteriore promemoria, un campanello d’allarme che suoni quando perdiamo tempo in discussioni inutili, in rancori, nella ricerca di qualcosa di materiale che plachi quei tormenti che invece sono aria, sono invisibili, sono interni.
Ci scordiamo sempre di ringraziare la vita per i secondi che ci regala, per la fortuna che abbiamo ad essere vivi perché “non capita tutto a te”, stai semplicemente guardando cosa non va nella tua vita senza amare invece ogni attimo che ci è concesso.
Spero riusciate, riusciremo ad amare questa stessa barca su cui viaggiamo non solo nelle ore serali ma durante tutto il viaggio e magari, una volta attraccati, Marco ci accoglierà orgoglioso dell’insegnamento che è riuscito a trasmetterci.
Daniele Piersanti