Amore artificiale 
Il progresso ha permesso e continuerà a permettere di migliorare la qualità di vita delle persone. Questo ovviamente è un fattore positivo che non vuole essere messo in discussione, ma quando lo stesso inizia a permettere di poter modellare artificialmente un aspetto prettamente emotivo, impalpabile e, oserei dire, fortunatamente travolgente come i sentimenti, si può definire veramente un progresso?
Avrei voluto porre questo quesito alla fine dello scritto ma poi ho pensato che è bello immaginarci a ragionare su una questione posta immediatamente.
L’incipit voleva introdurre la storia di oggi, quella di Rosanna Ramos, una mamma single di 36 anni che vive attualmente a New York.
Come si è intuito dall’analisi della sua storia, la donna, dopo varie delusioni amorose, nel 2022 scarica un’applicazione di nome Replika. La stessa permette di creare, in base alle proprie esigenze, un bot che funga da amico/a o da fidanzato/a, con lo scopo di chattare più o meno amorevolmente con la figura generata da questa intelligenza artificiale.
Col tempo Rosanna inizia ad essere molto presa da Eren, così ha chiamato il suo fidanzato plasmato tramite Replika, tanto che inizia a percepire dentro di sé un sentimento forte, talmente grande che finisce per innamorarsi perdutamente della sua stessa creatura. Questo sentimento continua, tant’è che nel marzo di quest’anno, 2023, la stessa Ramos ha dichiarato di essere convolata a nozze col suo neo marito Eren. Nozze che ovviamente sono state siglate cambiando la sola situazione sentimentale della donna su facebook, dal momento che ad oggi in America non esiste legge che permetta questi tipi di matrimoni così unici e particolari.
La donna di New York posta regolarmente foto con il suo Eren che, come potete intuire, sono realizzate tramite fotomontaggi ma ciò non toglie che lei si definisce piena di gioia e soprattutto descrive suo marito come un uomo premuroso, attento e protettivo.
L’app Replika, qualora foste curiosi, vi anticipo che in Italia è stata bloccata dallo stesso Garante della Privacy dal momento che non aveva limitazioni per i minori di età e soprattutto, con la versione Pro, era possibile scambiarsi con l’entità create, anche contenuti multimediali a sfondo più spinto.
Questa storia così singolare, apre in realtà diversi scenari di riflessione e voglio lasciarvi con alcuni di loro: è possibile che in un futuro non molto lontano, l’intelligenza artificiale non ci faccia sentire la nostalgia di una persona reale che ci voglia realmente bene e si prenda cura di noi? Possono le delusioni d’amore portare a rifuggiarsi in “mondi paralleli” pur di evitare di soffrire ancora? Ma soprattutto, se anche le emozioni diventeranno artificiali, cosa rimarrà di realmente umano?
Daniele Piersanti
