Il calcio sudamericano è pieno di storie epiche, ma poche raggiungono la drammaticità e la commozione della vicenda di Abdon Porte, il centrocampista uruguaiano che divenne una leggenda del Club Nacional de Football e il simbolo di un amore incondizionato per la sua squadra.
Porte nacque il 5 gennaio 1893 e fin da giovane mostrò il talento e la dedizione necessari per emergere nel mondo del calcio. Il suo nome divenne presto sinonimo di grinta e sacrificio, qualità fondamentali per il calcio uruguaiano. Dopo aver giocato per il Colón Fútbol Club, arrivò al Nacional nel 1911 e rapidamente si affermò come una colonna portante della squadra, contribuendo alla conquista di diversi titoli nazionali e internazionali.
Il ragazzo era il cuore pulsante del Nacional, un giocatore instancabile che dava tutto per la maglia biancorossa. Tuttavia, con il passare del tempo e in seguito a un grave infortunio a un ginocchio, le sue prestazioni iniziarono a calare e finì prima nel fare qualche panchina, per poi divenire una riserva fissa. Questo colpo fu devastante per Abdon, tanto che diverse volte aveva affermato: “Il giorno che non potrò più calciare il pallone, mi sparerò”.
I suoi occhi e il suo cuore non vedevano il Nacional solo come una squadra, ma una famiglia e una ragione di vita. Esistenza che quel dolore costante al ginocchio non gli permise di tornare ad essere capitano del suo club.
La notte del 5 marzo 1918, dopo una cena con i compagni di squadra, Porte si recò da solo allo stadio Gran Parque Central, il suo stadio. Nel silenzio della notte, nel cuore del campo che aveva difeso con tutto sé stesso, estrasse una pistola e si tolse la vita. Accanto al suo corpo furono trovate due lettere di addio, una indirizzata alla dirigenza del Nacional e un’altra alla sua famiglia, nelle quali esprimeva il suo amore eterno per il club e il dolore per non poter più essere utile alla squadra.
La notizia della sua morte scosse profondamente il mondo del calcio uruguaiano e i tifosi del Nacional. Da quel momento, Abdon Porte divenne una leggenda, un esempio di fedeltà assoluta e di passione viscerale per i colori che aveva difeso fino all’ultimo respiro.