Pescarese chiede 30mila euro per l’auto, minaccia i noleggiatori e millanta contatti nei servizi segreti
Ha affittato una Ferrari F8 Spider da 400mila euro tramite una società di autonoleggio di Bologna, ma invece di restituirla ha fatto perdere le proprie tracce, arrivando persino a chiedere un "riscatto" di 30mila euro per riconsegnarla. Non solo: avrebbe anche minacciato pesantemente uno dei titolari del noleggio, millantando collegamenti con i servizi segreti. Per questo un 32enne di Pescara è stato denunciato per estorsione. Al termine dell’interrogatorio, il gip di Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha disposto per lui l’obbligo di dimora. L’uomo, rintracciato a casa della madre, avrebbe provato a giustificarsi dichiarando di aver agito per saldare i propri debiti. La notizia è stata riportata da RiminiToday.
L’episodio risale a settembre, quando il 32enne ha noleggiato la Ferrari da una società specializzata in auto di lusso. La vettura era stata consegnata a Rimini da un’azienda partner dell’autonoleggio bolognese, ma da quel momento sia l’auto che il cliente sono spariti nel nulla. Dopo numerosi tentativi falliti di contattarlo, i titolari del noleggio si sono rivolti ai carabinieri di Rimini, dando il via a un’indagine sotto la direzione del pm Davide Ercolani.
Sin dall’inizio gli investigatori hanno sospettato che l’auto potesse essere finita nelle mani di una banda specializzata nel furto e nello smontaggio di veicoli di lusso per il mercato nero dei ricambi. Tuttavia, dopo diverse ricerche, i noleggiatori sono riusciti a mettersi in contatto con il 32enne, che inizialmente avrebbe detto che la Ferrari si trovava a Cerignola, in provincia di Foggia. Successivamente, però, avrebbe chiesto 30mila euro per restituirla.
L’uomo ha fissato vari incontri tra Rimini, San Marino e la provincia di Pescara, ma non si è mai presentato. Di fronte alle insistenze, ha iniziato a minacciare uno dei noleggiatori, dichiarando: "Ti faccio fracassare di botte. Finirai allettato come tua madre. Tanto i processi vanno tutti in prescrizione”.
A quel punto i carabinieri hanno teso una trappola e lo hanno rintracciato a casa della madre, dove è stato fermato. In suo possesso sono stati trovati due smartphone, ora al vaglio degli inquirenti. Durante l’interrogatorio, il 32enne avrebbe cercato di difendersi dicendo di aver agito per necessità economiche.