I premiati della XXX edizione si sono distinti nella difesa della giustizia e dei valori civili
Tanta emozione, questa mattina a Teramo, per la XXX edizione del Premio per la legalità e l’impegno sociale “Livatino - Saetta – Costa”, che si è svolto al Parco della Scienza e che ha visto la premiazione di uomini e donne delle istituzioni e della società civile che si sono particolarmente distinti per il loro impegno sociale, culturale e per il loro alto senso di legalità.
Ad aprire la giornata, l’intervento del Sindaco Gianguido D’Alberto, preceduto dai saluti del Prefetto Fabrizio Stelo, del Questore Carmine Soriente, del Presidente del Tribunale Carlo Calvarese, del Rettore Christian Corsi, del delegato del Lions Teramo Michele Capomacchia e dalla preghiera del Beato Rosario Angelo Livatino, letta dal Vescovo Michele Leuzzi.
“Ospitare a Teramo la XXX edizione del Premio “Livatino – Saetta – Costa” rappresenta un’occasione straordinaria per valorizzare la vocazione di Teramo quale Città del diritto – ha sottolineato il primo cittadino – e comunità che custodisce e alimenta ogni giorno il valore della legalità e dell’impegno civile. Questo sia per la presenza dell’Università, con la sua facoltà di Giurisprudenza e la Scuola di legalità, del Tribunale, della Procura, del carcere di Castrogno, tutti parte di un unico tessuto sociale, sia per le attività che abbiamo svolto in questi anni come Amministrazione per la promozione della cultura della legalità, con il coinvolgimento delle scuole. Ed è proprio pensando ai giovani che abbiamo accolto con convinzione questo Premio, quei giovani ai quali oggi, questa giornata ha voluto lasciare un messaggio molto importante: ognuno di noi può fare la differenza. Ricordando i tre giudici a cui è intitolato questo premio, e con loro tutti gli uomini e le donne dello Stato che hanno sacrificato la propria vita per difendere i valori democratici sanciti dalla nostra Costituzione, quello che tramandiamo alle attuali e future generazioni è un testimone importantissimo: il senso del dovere che quegli uomini e quelle donne hanno messo in campo nella loro vita. Un messaggio che è importantissimo trasmettere dentro la comunità scolastica. Perché, come ebbe a dire il giudice Antonino Caponnetto, “la mafia teme la Scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.
All’intervento del Sindaco è seguito quello del Presidente onorario del Premio, Pippo Di Vita, che ha ricordato come obiettivo della manifestazione sia quello di promuovere non solo la memoria dei tre magistrati, ma anche e soprattutto di diffondere, attraverso il loro ricordo, i valori della giustizia e dell’impegno sociale.
Dopo gli interventi si è proceduto con la consegna delle pergamene ai premiati, con le motivazioni dell’assegnazione lette dagli studenti dell’Università di Teramo e degli istituti scolastici teramani. A presentare la giornata, chiusa dal saluto del Procuratore Ettore Picardi, la giornalista Patrizia Pennella.
I PREMIATI
Magistratura e forza dell’ordine:
Emilio Alessandrini, magistrato (alla memoria). È stato un magistrato che, nella Milano degli anni ’70 dopo la strage di Piazza Fontana, si è occupato di eversione, tentando di comprenderne le radici e le motivazioni non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche e soprattutto da quello sociale. La sua attività scrupolosa e il suo alacre impegno finirono per attirare l’attenzione del gruppo eversivo Prima Linea, che identificò in lui il bersaglio in grado, per impegno culturale e capacità professionale, di individuare le menti direttive e le finalità dei gruppi terroristici. La mattina del 29 gennaio 1979 a Milano cinque persone attesero il magistrato all'incrocio tra viale Umbria e via Muratori, dove transitava abitualmente dopo aver accompagnato il figlio Marco a scuola; fu raggiunto da otto colpi di pistola e morì immediatamente a soli 36 anni.
David Mancini, magistrato. Fino al 2009 è stato Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Teramo, dove ha coordinato le indagini di diversi gruppi di lavoro. Dal 2010 al 2020 è stato Sostituto Procuratore presso la Procura Distrettuale Antimafia di L’Aquila.
Marcello Viola, magistrato. Entrato in magistratura nel 1981, ha iniziato la propria carriera presso l’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, dove è stato affidato per il tirocinio al giudice Rocco Chinnici, il padre del pool antimafia, ucciso nel luglio 1983. Dall'aprile del 2022 è stato nominato dal CSM, capo della Procura della Repubblica di Milano.
Elvira Cipriano, ufficiale dei Carabinieri. In forza al Reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari, nell’ambito della Sezione “Chimica, Esplosivi e Infiammabili”.
Chiesa:
Domenico Luvarà, sacerdote. Salesiano di Don Bosco, vive e lavora a Palermo nella casa salesiana “Santa Chiara”, nel cuore del popolare quartiere Albergheria e del mercato storico di Ballarò.
Daniele Raciti, sacerdote. Ordinato sacerdote nel 2009 a Giarre, attualmente è parroco della parrocchia “Maria SS. del Carmelo” e “S. Giuseppe” di Riposto e collabora presso l’Ufficio amministrativo della curia arcivescovile.
Premio speciale:
Antonio Ingroia, avvocato (ex magistrato). Già Procuratore Antimafia, ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è stato componente, tra il 1992 e il 2012, del pool antimafia di Palermo. Nel 2012 è stato Capo del Dipartimento Investigazioni della CICIG – Nazioni Unite, Ente di investigazione sovranazionale contro la criminalità organizzata, operante in America Centrale (Guatemala). Dal 2012 al 2013 è stato Procuratore Aggiunto della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo. Oggi esercita la professione di avvocato.
Giornalisti
Paolo Mastri. Giornalista, scrittore, autore e conduttore di programmi televisivi e radiofonici, è caposervizio della redazione di Pescara de “Il Messaggero”. Da oltre trent’anni si occupa dei principali fatti della cronaca giudiziaria, economica e politica dell’Abruzzo.
Familiari vittime di mafia:
Carmen Bertuccio, amministrativa presso la Polizia di Stato. Figlia di Antonio Bertuccio, assassinato a Cittanova (RC) nel 1986. Dal 2020, è referente regionale della Calabria per il “CELM” (Comitato Europeo Legalità e Memoria).
Francesco Paolo Nuccio, familiare vittima di mafia. È figlio del Maresciallo Artificiere dell’Esercito Italiano, Pasquale Nuccio, ucciso dalla mafia, all’età di soli 47 anni, a Palermo, nella terribile “strage di Ciaculli” del 30 giugno 1963. È cofondatore, con rappresentanti della società civile ed altri familiari di vittime della mafia, il CELM (Comitato Europeo per la Legalità e la Memoria).
Scuola e università:
Pierpaolo Pellegrino, dirigente scolastico a Perugia.
Mara Fioretti, docente di religione cattolica presso il Circolo Didattico di Corciano.
Tania Guidubaldi, docente di religione.
Daniele Schito, studente universitario e scrittore. Frequenta la facoltà Giurisprudenza all'Università del Salento e nel luglio 2023 ha pubblicato "Colpi Silenziosi", un’opera di grande impatto emotivo che indaga e racconta le storie di giovani vittime della mafia.
Marisa Scivoletto, docente di religione, e componente della segreteria nazionale dello SNADIR.
Scuola di legalità e giustizia dell’Università di Teramo, premiata “per essere sul territorio abruzzese un faro di cultura della legalità e della giustizia, alla ricerca dell’innovazione e della profusione di alti valori civili e sociali”.
Istituto comprensivo “Falcone e Borsellino” di Teramo, premiato “per aver portato avanti, in modo strutturato e continuativo, i valori dell’educazione alla legalità e l’impegno a promuovere, con azioni concrete, la memoria delle vittime di mafia”.
Società civile:
Luciana Del Grande, volontaria in ambito ambientale. Opera per la tutela del territorio e per la promozione di uno stile