Botta e risposta tra i sindaci Masci e Ferrara: tra dissesto e scelte politiche, due visioni opposte sugli aumenti
È polemica tra i Comuni di Chieti e Pescara in merito agli aumenti delle tariffe della mensa scolastica. Il dibattito si è acceso mercoledì durante la seduta straordinaria del consiglio comunale di Pescara, quando il sindaco Carlo Masci ha confrontato le nuove tariffe applicate nella sua città con quelle di altri territori limitrofi, tra cui Chieti. "Abbiamo costi più bassi rispetto ad altri Comuni vicini", ha dichiarato Masci.
La replica del sindaco di Chieti, Diego Ferrara, non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, ha risposto direttamente al collega pescarese: "Caro Masci, si possono certamente confrontare le tariffe tra le nostre città, ma è fondamentale analizzare il contesto in cui sono state stabilite". Ferrara ha poi sottolineato come gli aumenti imposti a Chieti siano legati ai vincoli del dissesto finanziario e alla mancanza di una gara d'appalto che permetta una programmazione a lungo termine. "È vero che le nostre tariffe sono più alte per le fasce di reddito più elevate, ma ciò dipende da fattori contingenti. Se questo significa essere pessimi, ne siamo orgogliosi".
Il sindaco teatino ha poi spostato la questione sul piano politico, ribattendo alle critiche ricevute: "Noi, amministrazione di centrosinistra e civici, abbiamo cercato di tutelare il più possibile le fasce più deboli nonostante il dissesto ereditato. Pescara, invece, con un governo di destra e fuori dal predissesto, aveva la possibilità di scegliere e ha comunque deciso di aumentare le tariffe". Ferrara ha infine paragonato la scelta dell'amministrazione pescarese agli aumenti delle tasse regionali annunciati dal presidente Marsilio, affermando che "si sta facendo pagare ai cittadini il prezzo di anni di cattiva gestione, proprio come accade con la sanità regionale".