Core si siede tra l'opposizione, il Sindaco stecca la maggioranza: "Basta con gli attacchi alle spalle"
Il Delfico spacca gli animi in consiglio comunale, perché quando si parla della città non esistono maggioranze e opposizioni. Il gesto del professor Elso Serpentini che si è incatenato in platea è l'emblema di quel sentimento radicato nella storia della città di Teramo, di quanti vogliono tornare nell'imponente istituto di piazza Dante, di quanti vogliono restituire a quell'edificio il senso di polo che lo ha sempre contraddistinto.
Oggi il consiglio si è spaccato. Si è spaccato con la consigliera Papa che ha votato NO, e che non ha raccolto quello che ha definito «il solito teatrino del consigliere Core: avevo chiesto certezze che non ci sono e quindi il mio voto è contrario». La Papa aveva annunciato due giorni fa che così sarebbe stato. Si è spaccato con il consigliere Mistichelli, che ha votato NO, e che ha ripreso grossolanamente una parte di contenuto di una delle famose perizie di cui abbiamo ampiamente discusso. Hanno votato no e lo hanno fatto con coerenza: volevano maggiori spiegazioni e un diverso modo di condivisione degli interessi pubblici. Non l'hanno ottenuto e non si sono adeguati.
E si è spaccato con il consigliere Core (che forse ha portato in consiglio l'intervento politicamente più pesante) che, come gruppo misto ha preferito sedere tra i banchi dell'opposizione, senza evitare di sottolineare le responsabilità che oggi tutti sono stati chiamati ad assumersi. Core si è lanciato sul sindaco D'Alberto, rimproverandolo per la mala gestione dello scorso consiglio in cui ha perso il numero legale. Si è scagliato contro il consigliere Mistichelli per aver portato in discussione un estratto di una delle due famose perizie, riduttivo rispetto alla reale situazione sul Delfico e sul dissequestro. Si è scagliato contro la consigliera Papa accusandola di non aver avuto il coraggio di esporsi prima di oggi.
Il sindaco D'Alberto oggi finalmente ha messo i suoi paletti, richiamando all'ordine quella maggioranza che troppo spesso ha approfittato di una (vogliamo chiamarla?) benevolenza, di (vogliamo chiamarla?) un'inerzia, di una (vogliamo chiamarla?) difficoltà a prendere decisioni perché tirato da una parte e dell'altra: «Io non sono Brucchi perché quell'esperienza ha insegnato alla città, ha generato uno stallo di cui stiamo pagando ancora oggi le conseguenze. Ora basta, non tollero più da questa maggioranza comportamenti che mettono in discussione l'operato di questa amministrazione. Se c'è qualcosa da dire lo si dice apertamente, non tollero più affronti senza il coraggio di esporsi». Una stoccata del sindaco probabilmente esasperato dagli ok pacifici che riceve in consiglio comunale in contrasto con i comunicati che poi spesso arrivano, frutto di malpancismi della sua maggioranza e che fomentano sicuramente gli attacchi all'amministrazione.
Con 18 voti favorevoli e 9 contrari, i Musp vincono nel consiglio comunale della città di Teramo. Oltre ai no dell'opposizione, dei consiglieri di maggioranza Mistichelli e Papa, erano assenti oggi il consigliere di maggioranza Pilotti e, nell'opposizione, Provvisiero, Angeloni, Fracassa, Niki Bartolini, mentre Rabbuffo si è messo in un angolo senza votare (in risposta alla discussione che si è creata su chi fosse legittimato a votare senza avere un potenziale conflitto d'interessi: qualcuno ha messo il dubbio su Core che è anche vicepresidente della provincia e sui consiglieri che sono dipendenti dell'ente provinciale o coniugi di dipendenti dell'ente provinciale; Core ha ribattuto che anche presidi e docenti dell'istituto allora avrebbero dovuto astenersi).