I residenti di viale Bovio esasperati: "Non solo problema sanitario e di decoro ma anche di umanità"
Un moto di protesta nato da una situazione che è diventata insostenibile, intollerabile e pericolosa. Si ripete in viale Bovio, davanti alla Questura di Teramo, ogni martedì e giovedì ma si anima dalle notti precedenti. Centinaia di persone extracomunitarie buttate in strada, a fare la fila al freddo per i documenti di identità e i permessi di soggiorno. Le persone sono lo Stato e quando lo stato dei Cittadini ha paura, si sente abbandonato, quando si chiede che fine abbiano fatto le Istituzioni, le Istituzioni sono costrette ad incontrarsi e a riflettere. Le sensibilità vanno unite sotto la bandiera dell'empatia e del pragmatismo. Una questione umanitaria rappresentata da quelle centinaia di persone che due volte a settimana dormono in strada a viale Bovio, occupando gli ingressi di scuole, garage, androni di palazzi. Defecando ovunque, urinando negli stessi posti, facendo il bidet nelle fontanelle pubbliche e creando una grave situazione igienico sanitario, di sicurezza e di civiltà. Teramo non ha un centro di accoglienza notturna, al momento. Teramo non ha neanche pensato ai bagni chimici che sarebbero la prima cosa da fare nell'immediato, oltre a immaginare magari di spostare quell'ufficio accoglienza della Questura in un luogo più idoneo, per l'assoluta mancanza di servizi. Non ci rivolgiamo al sindaco di Teramo che i cittadini di Viale Bovio hanno provato a contattare; non ci rivolgiamo al Questore che ha il problema in casa ma che fuori di quella casa, c'è la casa di tutti noi ma al Prefetto di Teramo che ha nelle sue corde la capacità di fare sintesi.