Il Consiglio dei Ministri vara nuove misure per prevenire e contrastare la violenza di genere
Il governo italiano compie un passo significativo nella lotta alla violenza di genere con l’approvazione di un disegno di legge che introduce importanti novità, tra cui il riconoscimento del femminicidio come reato autonomo. La nuova normativa prevede l’ergastolo per chi uccide una donna per motivi legati all’odio di genere o per punire la sua libertà di scelta, come la volontà di separarsi o di autodeterminarsi.
Con questa misura, il governo risponde alla necessità di distinguere il femminicidio dagli altri omicidi, riconoscendolo come una manifestazione specifica e strutturale della violenza di genere.
I dati diffusi dal Viminale alla vigilia dell’8 marzo indicano che, nei primi due mesi del 2025, in Italia si sono verificati 35 omicidi, di cui otto hanno avuto donne come vittime. Questo segna una riduzione del 60% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano state uccise 20 donne. In particolare, sette donne sono state vittime di violenza all’interno di contesti familiari o affettivi, registrando anche in questo caso un calo del 60% rispetto all’anno precedente. Sei di loro sono state uccise dal partner o dall’ex, un dato che mostra una diminuzione del 25% rispetto al 2024.
Nel frattempo, gli ammonimenti del questore sono aumentati del 91% rispetto al 2023, segnalando un rafforzamento degli strumenti di prevenzione. Il provvedimento, approvato alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, si inserisce in un pacchetto di misure destinate a rafforzare la tutela delle donne vittime di violenza.
Tra le principali novità della legge c’è l’obbligo per i magistrati di seguire almeno un corso di formazione specifico sulla violenza di genere, indipendentemente dalle loro funzioni. La ministra alle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, sottolinea infatti l’importanza di un intervento tempestivo da parte delle forze dell’ordine e della magistratura: “Dobbiamo agire prima che accada il peggio, prima del femminicidio”.
Un altro cambiamento riguarda la gestione dei casi di codice rosso: l’audizione delle vittime da parte del pubblico ministero non potrà più essere delegata alla polizia giudiziaria, ma sarà effettuata solo su richiesta della vittima stessa. Inoltre, le procure dovranno consultare le vittime prima di accogliere eventuali richieste di patteggiamento in casi di stalking, maltrattamenti, violenza sessuale o revenge porn.
Il disegno di legge introduce anche misure più severe per contrastare la violenza domestica, come il potenziamento degli arresti domiciliari per gli aggressori. Un altro punto cruciale riguarda il risarcimento fiscale per le famiglie delle vittime di violenza: il governo ha deciso di escludere queste somme dal reddito imponibile, evitando che i familiari debbano pagare tasse su denaro mai ricevuto, come accaduto nel caso della madre di Giulia Galiotto, uccisa dall’ex compagno nel 2009.
Con questo provvedimento, il governo intende rafforzare la protezione delle donne e intervenire in modo più efficace nella prevenzione della violenza di genere, segnando una svolta decisiva in un percorso di tutela e giustizia.