Il consiglio vota un documento congiunto che impegna l'amministrazione e si rivolge ai vertici istituzionali
Dopo quasi sei ore di consiglio comunale straordinario sulla situazione della casa circondariale di Castrogno, in cui si sono succeduti gli interventi di istituzioni, dirigenti sanitari, sindacati di polizia penitenziaria, consiglieri comunali, le forze di maggioranza e opposizione hanno dato vita a un documento congiunto.
Al centro del consiglio la grave situazione di sovraffollamento da un lato e l'altrettando grave situazione di carenza di personale dall'altro. 221 unità di cui la struttura avrebbe bisogno: oggi se ne contano 158. Numeri che per la direttrice Avvantaggiato vanno poi interpretati: «È vero che sono stati fatti molti concorsi pubblici e che sono entrati in servizio nuovi agenti di polizia. Il governo ha mantenuto le promesse. Il problema è la distribuzione di questi numeri: a Teramo ad esempio c'è carenza di sovrintendenti, ispettori, ruoli che consentono al dirigente di veicolare le disposizioni dal vertice alla base. Sempre a Teramo ad esempio c'è un forte ricambio generazionale: è chiaro che ci sono molti giovani che al momento possono sentirsi un po' decontestualizzati perché devono ancora comprendere bene la struttura». 255 sono i detenuti che la struttura potrebbe ospitare: ce ne sono invece 429. «È chiaro che una dirigente sogna un carcere con pochi detenuti, buoni e bravi e con tanto personale ma non è la realtà: in tutta Italia la criminalizzazione è notevole, il carcere viene usato per tutto e non come estrema ratio. Noi abbiamo tutto a norma di legge: per la sentenza Torreggiani ogni detenuto ha diritto a 3metri quadri netti, le nostre camere sono 8. Ma ancora una volta il numero è asettico e va interpretato: convivere in due è troppo se vogliamo garantire la dignità. Dall'altro lato noi abbiamo un alert appena i parametri si superano e a Teramo questo alert non si è mai acceso». Così come poi cambia anche la tipologia dei detenuti: ci sono numerosi stranieri con gravi disagi dovuti a un uso sfrenato di sostanze che fanno emergere una aggressività significativa. E poi la struttura che è interamente da rivedere.
Le condizioni strutturali infatti sono precarie: infiltrazioni d'acqua, celle anguste, razionamento idrico e mancanza di manutenzione dal 1986.
Mancano programmi di reinserimento: solo il 10% dei detenuti è coinvolto in attività lavorative o formative. E come tralasciare i problemi di salute e sicurezza, con l'elevato numero di suicidi, tentati suicidi e atti di autolesionismo?
Il documento congiunto chiede a tutti i rappresentanti di ogni livello istituzionale di farsi portatori delle istanze sia delle associazioni di settore che dei lavoratori e relativi sindacati, prima fra tutte la richiesta di separare il provveditorato del Lazio da quello dell’Abruzzo e del Molise;
al Ministro Nordio di intervenire tempestivamente destinando risorse straordinarie alla realtà del nostro territorio sia da un punto di vista economico sia attraverso l’assegnazione del personale sufficiente e necessario al funzionamento della struttura;
al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di valutare, all’interno della riorganizzazione dei circuiti penitenziari, così come chiesto dagli stessi sindacati di polizia penitenziaria, di caratterizzare il carcere di Teramo, anche in virtù dei positivi risultati registrati in questi anni dal Polo Universitario Penitenziario di UniTE-Castrogno, come istituto destinato ad ospitare prevalentemente detenuti impegnati in percorsi formativi, anche coinvolgento le scuole superiori e l’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale, e di valorizzarne anche l’esperienza, grazie a progetti già portati avanti negli anni passati con associazioni del terzo settore e a un progetto avviato da qualche mese con un’università romana, di percorsi rieducativi delle persone detenute per violenza di genere e sex offender;
al Ministro Nordio il potenziamento del personale qualificato come Mediatore culturale, con particolare attenzione alle etnie di provenienza della popolazione detenuta.
Si impegna poi l'amministrazione comunale ad interessare la Regione Abruzzo, affinchè incrementi il chilometraggio a disposizione del Comune di Teramo per il TPL e di conseguenza il numero di corse che serve Castrogno, attualmente limitato soltanto a due corse al giorno, anche con risorse endogene, dal centro e dalla zona stazione verso la casa circondariale di Castrogno; a realizzare una pensilina coperta per l’attesa dei pullman, poiché attualmente la casa circondariale di Castrogno ne è sprovvista; ad installare un’adeguata segnaletica stradale che indichi il carcere, poiché tuttora non esiste un’adeguata segnaletica di indicazione che sarebbe utile, come dice la normativa, per la guida o per trovare luoghi di interesse, servizi e strutture; a provvedere alla manutenzione della strada di accesso e di collegamento tra la Casa Circondariale di Castrogno e le principali arterie urbane, in quanto attualmente questa risulta dissestata; a sostenere dei corsi di alfabetizzazione, soprattutto dei numerosi detenuti stranieri, coinvolgendo Dirigenti scolastici e Scuole primarie e Secondarie di primo grado del territorio comunale di Teramo; a sostenere con adeguati finanziamenti le iniziative delle associazioni di volontariato che operano all’interno della struttura carceraria con notevoli difficoltà economiche per l’approvvigionamento degli strumenti operativi necessari alla loro attività.