La Cia Chieti-Pescara sollecita incentivi, formazione e strategie per rilanciare il comparto
Il settore agricolo abruzzese continua a perdere terreno: nel 2024 la regione ha registrato 144.289 imprese, di cui 123.150 attive. L’agricoltura rappresenta una fetta importante dell’economia locale, con il 17% delle aziende totali, un dato superiore alla media nazionale (12%). Tuttavia, il comparto è in calo costante.
Rispetto al 2023, il numero di imprese agricole si è ridotto del 2,6%, con 653 aziende in meno. Una flessione che si somma alla perdita di 486 attività registrata l’anno precedente. Il calo è più evidente nelle province di Teramo e Chieti (-3%), mentre L’Aquila mostra una contrazione più contenuta. Tra le cause principali di questa crisi, l’aumento dei costi delle materie prime, le difficoltà climatiche e la crescente concorrenza sui mercati internazionali.
Di fronte a questa situazione, la Cia – Confederazione degli Agricoltori di Chieti-Pescara – sollecita interventi concreti per sostenere il settore. "È fondamentale un piano strutturale che includa incentivi per l’innovazione aziendale, misure di sostegno per ridurre il peso dei costi di produzione e programmi di formazione per i giovani che vogliono investire in agricoltura", spiega Domenico Bomba, presidente della Cia Chieti-Pescara. Un’altra leva importante è la valorizzazione dei prodotti locali, per migliorare la competitività del settore e garantire una crescita stabile.
"L’agricoltura è il cuore pulsante dell’Abruzzo, ma la crisi mette a rischio il futuro di migliaia di imprese. Servono azioni concrete per dare agli agricoltori strumenti adeguati ad affrontare le sfide del mercato e dell’innovazione tecnologica", conclude Bomba, appellandosi alle istituzioni affinché agiscano in modo congiunto per rafforzare un settore fondamentale per l’economia regionale.