"Prima volta nella storia dell'ospedale vibratiano: al via anche una serie di lavori, il resto solo polemiche"
"Dichiaro fin d’ora che la annunciata risoluzione del Consigliere Pepe avente ad oggetto il presunto declassamento dell’ospedale di Sant’Omero, troverà il mio parere e voto contrario, poiché oltre ad essere un fulgido esempio della peggiore strumentalizzazione, rappresenta la negazione più totale della realtà dei fatti". Sul presunto declassamento dell'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero è intervenuto così il consigliere regionale e presidente commissione salute Paolo Gatti.
"Bisogna piantarla di confondere le apicalità e le targhette con la funzionalità e l’organizzazione dei servizi. Ginecologia ed ostetricia a Sant’Omero proseguono e proseguiranno serenamente la loro attività con le medesime caratteristiche organizzative degli ultimi due anni, e soprattutto con soddisfazione di tutti i cittadini e di tutti gli utenti, come già abbondantemente spiegato in ogni sede".
Gatti poi annuncia l'inizio di alcuni lavori e l'arrivo di una risonanza magnetica, ricordando la messa in servizio qualche mese fa della nuova tac e del nuovo sistema radiologico telecomandato digitale.
"Colgo l’occasione per annunciare l’inizio dei lavori di ristrutturazione degli spazi del 118 e del lavanolo. Ciò si è reso necessario poiché all’ospedale di Sant’Omero finalmente arriverà una risonanza magnetica, per la prima volta nella storia dell’ospedale vibratiano.
E ciò fa seguito alla messa in servizio, sempre a Sant’Omero, giusto qualche mese fa, della nuova tac, molto più efficiente e prestazionale della precedente, oltre che del nuovo sistema radiologico telecomandato digitale.
Mi pare che di fronte a tali concrete evidenze, con un investimento in tecnologie e lavori superiore ai 3 milioni di euro, favoleggiare di un presunto declassamento e perfino di uno scarso interesse sul nosocomio vibratiano, possa essere in linea solo con gli imminenti festeggiamenti carnevaleschi, e soprattutto sia lontano anni luce dalla verità e dalla sostanza dei fatti.
Confido, infine, che questo modo di fare politica, che non definisco “vecchio” per rispetto alla parte migliore del nostro passato, possa cessare, lasciando spazio ad uno più maturo, più propositivo, e più aderente al nostro presente ed al futuro che vogliamo per i nostri territori".