Teramo. Insegnante riammessa dopo il licenziamento: il provvedimento era sproporzionato 
Il Giudice del lavoro ha riconosciuto che la dichiarazione errata non giustificava l’estromissione definitiva
Il tribunale di Teramo ha annullato il licenziamento di un’insegnante che era stata rimossa dal sistema scolastico per un errore formale commesso al momento della prima assunzione. La docente, infatti, aveva barrato inavvertitamente un’opzione errata nella dichiarazione sulle proprie condizioni giudiziarie, circostanza che aveva portato alla revoca del contratto e alla sua esclusione dalle graduatorie provinciali per l’insegnamento.
La misura disciplinare aveva avuto conseguenze pesanti, impedendole di iscriversi agli elenchi aggiornati e di proseguire la sua carriera, nonostante anni di studio e specializzazioni conseguite. A rimediare alla situazione è stato un ricorso d’urgenza presentato al tribunale, che ha valutato la sproporzione del provvedimento adottato dall’amministrazione scolastica.
Il giudice ha stabilito che la dichiarazione errata riguardava informazioni che, anche se correttamente riportate, non avrebbero impedito l’assunzione. Inoltre, la normativa prevede che il licenziamento non sia automatico in casi del genere, ma che venga applicata una sanzione proporzionata alla gravità del comportamento.
Dopo un primo provvedimento cautelare che aveva sospeso il licenziamento, il tribunale ha emesso una sentenza definitiva che ha confermato la reintegrazione della docente nelle graduatorie e la sua possibilità di continuare a insegnare. Il provvedimento ha quindi trasformato la sanzione da espulsiva a conservativa, permettendo all’insegnante di riprendere il suo ruolo in aula.
