Il report di Legambiente evidenzia un peggioramento della qualità dell’aria e si necessita di politiche più incisive
L’Aquila si distingue come l’unico capoluogo abruzzese già conforme ai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore nel 2030. Teramo, Chieti e Pescara restano ancora nei parametri della normativa attuale, ma il capoluogo adriatico è sotto osservazione.
A evidenziarlo è il report “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente, presentato nell’ambito della campagna “Città2030, come cambia la mobilità”, che farà tappa a Pescara il 5 marzo. Il rapporto segnala un peggioramento della qualità dell’aria in Italia nel 2024: su 98 capoluoghi, 25 hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili PM10, con Frosinone e Milano in testa per numero di sforamenti (68 giorni). Anche l’Abruzzo, pur rientrando nei parametri attuali, ha visto un aumento delle giornate di superamento dei limiti: da 17 a 24 in un anno. Questo dato, unito all’entrata in vigore delle nuove normative più restrittive, impone una svolta nelle politiche ambientali.
Tra i capoluoghi abruzzesi, L’Aquila è l’unica città già in linea con i futuri limiti UE, un risultato che poche altre città italiane possono vantare ma che dovrà essere mantenuto nel tempo. Seguono Teramo, con 4 giorni di sforamento del PM10 nel 2024, e Chieti con 6.
Pescara, invece, resta la città più critica: ha registrato 12 giorni di superamento dei limiti per le polveri sottili e rientra tra i 23 capoluoghi italiani con la concentrazione media annua più elevata di NO2 (biossido di azoto), pari a 25 microgrammi per metro cubo. Per rispettare i nuovi standard europei, sarà necessario ridurre tale valore del 19% entro il 2030.
“Abbiamo solo cinque anni per adeguarci ai nuovi limiti europei, serve un’accelerazione drastica”, avverte Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo. “Le città devono guidare il cambiamento, ma è fondamentale il coinvolgimento di regioni e governo con un approccio integrato tra politiche ambientali, energetiche e della mobilità. Le soluzioni sono note: potenziamento del trasporto pubblico, più spazi per pedoni e ciclisti, efficientamento energetico degli edifici e riduzione delle emissioni agricole e industriali. Ciò che manca è il coraggio di attuare scelte incisive per la salute pubblica e la qualità della vita urbana”.
Tauro sottolinea inoltre come i dati 2024 confermino un rallentamento nel processo di riduzione dell’inquinamento atmosferico. Secondo l’OMS, i limiti attuali sono ancora troppo alti per garantire la salute dei cittadini: il 97% delle città monitorate supera i valori consigliati per il PM10 e il 95% quelli per l’NO2. L’inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50mila decessi all’anno solo in Italia.
I dati relativi all’Abruzzo provengono dall’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta). Il direttore generale, Maurizio Dionisio, evidenzia la necessità di strategie mirate per ridurre le emissioni. “La mobilità urbana è un settore prioritario: bisogna incentivare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, limitando l’uso dei mezzi privati a combustione interna. Anche in agricoltura, una gestione più attenta degli allevamenti intensivi può contribuire a ridurre le emissioni di ammoniaca e gas serra. Tuttavia, il maggiore responsabile dell’inquinamento nei mesi invernali resta il riscaldamento domestico. È fondamentale accelerare la transizione verso sistemi più efficienti e sostenibili, come le pompe di calore, alternative ecologiche alle caldaie a combustibili fossili. Solo attraverso un’azione coordinata e interventi mirati sarà possibile migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute pubblica”.