La famiglia del giovane denuncia le condizioni di detenzione difficili
La Corte d’Appello egiziana ha confermato la condanna a 25 anni di carcere per Giacomo Passeri, il 32enne di Pescara accusato di traffico internazionale di droga. Arrestato nel 2023 poche ore prima del rientro in Italia dopo una vacanza, Passeri si è sempre difeso sostenendo, insieme ai suoi familiari e ai legali, che la marijuana trovata in suo possesso fosse destinata esclusivamente a uso personale.
Cresce la preoccupazione per le sue condizioni di salute psicofisica. Nelle lettere inviate al fratello Marco Antonio, Passeri ha raccontato di aver subito maltrattamenti dopo l’arresto, accuse che le autorità egiziane respingono. Dopo un’operazione per appendicite, inoltre, il 32enne non avrebbe ricevuto cure adeguate.
Di recente è stato trasferito in una cella con detenuti considerati meno pericolosi, ma la sua situazione resta delicata. Nell’ultima lettera inviata alla famiglia a fine 2024, ha espresso tutto il suo disagio, sollecitando un intervento più incisivo da parte del governo italiano. Il caso è seguito dall’ambasciata italiana in Egitto, che ha messo a disposizione un avvocato per la sua difesa.