Rissa al Gran Sasso d’Italia: porte chiuse per la compagine abruzzese e diffida per quella marchigiana
Il giudice sportivo ha emesso pesanti provvedimenti disciplinari in seguito agli scontri avvenuti durante la partita di Serie D tra L’Aquila e Sambenedettese, disputata domenica scorsa allo stadio Gran Sasso d’Italia.
L’Aquila Calcio dovrà pagare una multa di 3mila euro e disputare una gara a porte chiuse. Tra le violazioni segnalate, l’introduzione di quattro fumogeni nella curva riservata ai tifosi aquilani, uno dei quali è stato lanciato sul campo. Ancora più grave è stato il coinvolgimento di circa 50 tifosi aquilani in una rissa, durante la quale sono stati usati calci, pugni e persino oggetti contundenti come cinture e aste di plastica.
La Sambenedettese, dal canto suo, è stata punita con una multa di 2.800 euro e una diffida, per l’introduzione di sette fumogeni e due petardi. Anche in questo caso, "non meno di 50" tifosi hanno preso parte agli scontri.
Inoltre, due ultrà aquilani sono riusciti a entrare negli spogliatoi, spintonando e insultando i tesserati della Sambenedettese, creando una situazione di tensione sedata solo dall’intervento delle forze dell’ordine.
Nel frattempo, tre tifosi aquilani – Fabio Ambrogi, Alessio Catelli e Vincenzo Fracassi – si trovano agli arresti domiciliari e compariranno domani davanti al giudice per la convalida del fermo. Le indagini proseguono per identificare i responsabili degli scontri.
In questo contesto difficile, L’Aquila Calcio ha ricevuto un messaggio di solidarietà dai soci argentini, rappresentati da Claudio Destéfano, responsabile del progetto per l’America Latina. "Siamo al vostro fianco in questo momento delicato – recita la nota – e speriamo che presto ritorni l’armonia che contraddistingue il nostro club".