Quasi 120mila posti a rischio, ma 1,37 milioni di nuove assunzioni previste. La sfida è trovare candidati preparati
Le numerose crisi aziendali che attraversano il Paese stanno mettendo a rischio circa 120mila posti di lavoro. Tuttavia, secondo le dichiarazioni fatte all'Unioncamere-Ministero del Lavoro, nei prossimi tre mesi le imprese italiane intendono assumere 1,37 milioni di lavoratori, di cui circa 380mila con contratti a tempo indeterminato. Ciononostante, in metà dei casi le aziende potrebbero non riuscire a completare le assunzioni a causa della scarsità di candidati idonei o della loro inadeguata preparazione. Questo scenario lascia scoperte almeno 190mila posizioni lavorative, anche quando si offre un contratto stabile.
L’Ufficio studi della Cgia di Mestre segnala che il numero di giovani nel mercato del lavoro sta diminuendo costantemente, un trend comune anche ad altri Paesi occidentali. Tuttavia, la situazione italiana risulta particolarmente critica. La scarsità di giovani e l'invecchiamento della popolazione comporteranno sfide significative per il sistema economico e produttivo del Paese nei prossimi anni. L’associazione sottolinea come nessuno sembri avere soluzioni efficaci per affrontare questi squilibri nel breve termine.
Nel quinquennio in corso, il fabbisogno di forza lavoro delle imprese pubbliche e private in Italia dovrebbe raggiungere i 3,6 milioni di occupati. Di questi, circa l'83%, ovvero quasi 3 milioni, serviranno a sostituire chi andrà in pensione.
Gli imprenditori italiani hanno riscontrato crescenti difficoltà nel reperire personale: la percentuale è più che raddoppiata rispetto a sette anni fa, passando dal 21,5% al 49,4%. L’Umbria è la regione con maggiori criticità, seguita da Marche, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Anche le previsioni di assunzione per il primo trimestre del 2025 mostrano un Nordest in difficoltà, con un tasso di reperimento del personale che tocca il 54,3%.
A livello territoriale, il Nordovest dovrebbe assorbire oltre 414.300 nuovi lavoratori, seguito dal Sud con 362.400, il Nordest con 315.350 e il Centro con 281.100. Le categorie professionali più difficili da trovare sono i dirigenti e gli operai specializzati.
Nonostante le difficoltà, alcune province del Sud prevedono un incremento delle assunzioni, con Siracusa che guida la classifica con un aumento del 29,8%. Anche Foggia, Matera, Vibo Valentia e Messina mostrano prospettive positive, grazie a incentivi come la Zona Economica Speciale (ZES) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Infine, la Cgia evidenzia come il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato abbia raggiunto un record storico a novembre, nonostante l’aumento delle ore di Cassa Integrazione. Al contrario, i lavoratori a termine sono in calo, rimanendo stabili rispetto a novembre 2020. Tuttavia, il livello retributivo medio italiano resta inferiore rispetto a quello dei Paesi concorrenti, contribuendo a nuove forme di povertà soprattutto nelle aree urbane.