Una lettera aperta all'assessore: "Ho aperto una partita iva lunga 45 anni"
Gentile assessore
Antonio Filipponi
Mi permetto di scriverti per rispondere ad alcune delle tue recenti dichiarazioni riguardo al commercio nei centri storici e al ruolo dell’assessorato. In particolare, ho ascoltato con attenzione le tue parole, in cui sostanzialmente affermi che dobbiamo “farcene una ragione” e accettare che il commercio stia cambiando.
Hai affermato che nei centri storici, in futuro, si verrà per passeggiare e non per fare shopping, quindi “l’assessorato al commercio non avrà più ragione di esistere”. Trovo questa posizione piuttosto riduttiva e lontana dalla realtà che viviamo ogni giorno. La mia esperienza di imprenditrice mi insegna che il commercio, anche se cambia, è una risorsa fondamentale per la città, non solo in termini economici ma anche sociali. E questo non può essere ignorato. È vero che la realtà evolve, ma la tua visione, a mio parere, non tiene conto delle esigenze concrete di chi, come noi, lavora quotidianamente per sostenere il tessuto commerciale della città. E non tiene conto di una realtà che sta mutando nella qualità stessa della vita in quei centri storici dove già si è sperimentato il concetto di "città salotto" non sostenuto da potenziale turistico, artistico e architettonico.
Inoltre, hai detto che io e Osvaldo Di Teodoro non rappresentiamo “il commercio che conta”, ma voglio chiarire che nessuno di noi ha mai avuto la presunzione di farlo. Tuttavia, posso garantirti che, personalmente, sono sempre stata attenta e vicina ai miei colleghi commercianti in mille modi, molti dei quali nemmeno immagini. Il mio sostegno spazia dai problemi pratici a quelli psicologici e anche dall'esperienza maturata come presidente per nove anni della CNA Commercio e Turismo e consigliera camerale ancora in carica. Oltre ad essere componente del Comitato per l'Imprenditoria femminile della Camera di Commercio.
Puoi chiamare uno ad uno i miei colleghi, e ti diranno tutti quanto impegno e passione metto nel sostenere il commercio locale.
Tu, purtroppo, non sembri comprendere appieno questa realtà, né le difficoltà quotidiane di chi gestisce un’attività. La città non la conosci, né la vivi come la viviamo noi, e temo che questo influisca sulla tua visione. Quando ho aperto la mia prima partita IVA, lunga 45 anni, tu eri ancora troppo giovane per avere consapevolezza delle sfide che comporta l’imprenditoria. Ho gestito 6 attività di abbigliamento nel centro storico e una piccola industria con circa 15 dipendenti, con tutte le difficoltà e le responsabilità che ciò comporta, e lo ho fatto sempre nel rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori. La mia esperienza mi permette di avere una visione più completa e realistica del commercio.
Prima di rilasciare dichiarazioni generiche e poco ponderate, soprattutto in un contesto pubblico come quello televisivo, ti invito a considerare la realtà delle persone che vivono e lavorano nella città. La visione che proponi rischia di svuotare il ruolo dell’assessorato al commercio di ogni significato concreto, limitandosi ad una visione teorica e distante dalle vere problematiche.
Confido che tu possa rivedere la tua posizione e considerare più da vicino le esigenze dei commercianti, perché solo attraverso un confronto diretto e costante possiamo costruire un futuro davvero sostenibile per tutti".
Cordiali saluti, Franca Labrecciosa, presidente del Consorzio Shopping in Teramo Centro