Personale insufficiente e Pronto Soccorso sovraccarichi: i nodi critici della gestione sanitaria regionale
Il sindacato FIALS lancia un grido d’allarme sulla gestione della sanità in Abruzzo, evidenziando gravi carenze organizzative e una perenne insufficienza di personale. La situazione è aggravata dalle lunghe liste d’attesa e dagli episodi di violenza contro il personale sanitario, che si trova a fronteggiare una realtà sempre più critica. Il sindacato sottolinea l’urgenza di rivedere le politiche sanitarie, in particolare il decreto 70, per garantire un servizio adeguato e rispettare il diritto alla cura dei cittadini.
La nota completa del Sindacato:
Assistiamo da anni a un clima di esasperazione dei cittadini per quanto riguarda la cattiva gestione della sanità e le evidenti carenze organizzative e della gestione e assegnazione del personale.
Personale, anno dopo anno, sempre inferiore alle necessità, con persone che vanno in pensione e che non vengono sostituite.
Da tutte queste cose derivano liste di attesa per esami ma anche per ricoveri, ma anche episodi di violenza contro il personale sanitario che si trova a fronteggiare - senza alcuna colpa - queste situazioni.
Le violenze sul personale è sicuramente un problema nazionale ma in Abruzzo, con il taglio dei posti letti voluti dal decreto 70 - il famoso decreto di Beatrice Lorenzin – si è fatto un drastico taglio ai reparti e quindi quando i sanitari del Pronto soccorso decidono di un ricovero… spesso il reparto è pieno e si deve attendere che si liberi. Si attende, a volte, anche per giorni negando il diritto, stabilito dalla Costituzione, della cura.
Se il governo non rivede il decreto 70 saremo sempre in situazioni di vera emergenza.
Basti pensare che i posti letto sono in Germania 8 per mille, in Francia 6 per mille mentre in Italia siamo al 3 per mille ovvero ogni mille abitanti ci sono 3 posti letto.
Poi in particolare per quanto riguarda la ASL di Pescara c'è un clima di vera e propria esasperazione del personale dovuta a carichi di lavoro e turni molto pesanti.
Assistiamo a una gestione organizzativa da parte della ASL che non tiene in nessun conto i “segnali” di quanto accade. Ovvero le liste di attesa, le richieste del personale di trasferimento, le richieste di pensione anticipata e i sempre più numerosi casi di aggressioni verbali e, purtroppo sempre più numerosi, di violenza dovrebbero far pensare che è ora di cambiare metodo.
La ASL non si rende conto che non può essere solo il Pronto Soccorso di Pescara a dover far fronte a tutta la provincia, Infatti a Penne e Popoli i Pronto soccorso non solo sono stati ridimensionati ma soprattutto non ci sono più, nelle ore serali e notturne, diagnostiche e specialistiche attive.
Accade quindi che i cittadini vadano direttamente a Pescara e anche quelli che invece si recano a Popoli o Penne vengono poi messi su una ambulanza e portati a Pescara.
Come sindacato FIALS sono anni che ci battiamo segnalando queste problematiche e suggerendo di ampliare personale, specialistiche e diagnostiche per fare in modo che ciascun Pronto soccorso possa fare il proprio lavoro. Abbiamo anche suggerito di ampliare quelle specialistiche che vanno a interessare la nostra popolazione sempre più anziana. Ma siamo rimasti inascoltati.