Le dichiarazioni dei consiglieri difendono le nomine in Teramo Ambiente e criticano le accuse dell’ex assessore
L’ex assessore Valdo Di Bonaventura ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo all’esclusione del gruppo Teramo Vive dalle dinamiche decisionali che hanno portato alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della società Teramo Ambiente. Ha inoltre evidenziato un presunto squilibrio nella rappresentanza politica all’interno della maggioranza e ha chiesto l’uscita dei consiglieri Michele Raiola e Debora Fantozzi dal gruppo, ritenendo che non rappresentino più le finalità originarie di Teramo Vive.
Debora Fantozzi e Michele Raiola hanno replicato alle dichiarazioni di Di Bonaventura, offrendo chiarimenti in merito alla propria posizione e ribadendo l’impegno verso il miglioramento della città:
In merito alle dichiarazioni confusionarie e contraddittorie di Valdo Di Bonaventura, riteniamo opportuno sottolineare come le nostre considerazioni in merito al rinnovo di governance della Teramo Ambiente siano state rappresentate direttamente dal Sindaco D’Alberto, il quale ci ha voluto incontrare ed interpellare preventivamente. Inoltre, vista la professionalità delle nomine fatte, non possiamo che ritenerci soddisfatti e augurare buon lavoro a tutta la squadra, con l’obiettivo di rendere la Te.Am. sempre più completa e performante.
Purtroppo duole constatare come le affermazioni di Di Bonaventura siano per l’ennesima volta fuori luogo e visibilmente figlie di un sentimento di acredine e di rivalsa per questioni di carattere meramente personale, che nulla hanno a che fare, anche questa volta, con il nostro impegno e il nostro modo di ottemperare al ruolo per cui siamo stati scelti dai cittadini.
Purtroppo le nostre strade si sono divise per interessi poco comprensibili dello stesso Di Bonaventura, il quale, dopo aver compromesso la sua posizione, ha provato e tenta tutt’ora di trascinare anche noi con sé.
Noi continuiamo il nostro operato con l’obiettivo di migliorare quanto più possibile questa città, senza sentire alcun dovere nei confronti delle richieste sue, anche perché già da tempo aveva pensato di smembrare Teramo Vive, pure in questo caso per aspirazioni unicamente personali, usandola a suo piacimento e lasciandola per la candidatura regionale.