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ico title sx Scuola e famiglie unite: “No alla frammentazione del Delfico” ico title dx

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"Carenze strutturali e mancanza di dialogo con la comunità"

La comunità del Convitto Nazionale "Melchiorre-Delfico" di Teramo esprime forte preoccupazione per il progetto di delocalizzazione che, separando il Convitto dalle scuole annesse, rischia di comprometterne il funzionamento e l’identità. Tra mancanza di trasparenza e spazi inadeguati, si chiedono risposte chiare e una soluzione che salvaguardi l’unità storica dell’istituzione.

La nota completa:

INTELLIGENTI PAUCA (SUFFICIUNT) recita un antico motto latino, cioè a buon intenditor poche parole; pertanto, avevamo creduto che il semplice diniego alla decentralizzazione del Convitto Nazionale bastasse a far comprendere come una realtà così complessa non potesse essere spostata al di fuori delle mura del centro storico, in cui è nata ed è prosperata, raddoppiando i propri numeri nel corso di un decennio.

Apprendiamo, invece, dalla stampa che sono iniziati i lavori per il Convitto presso la zona antistante al “Forti”. Il progetto non comprende tutte le scuole, ma solo il Convitto, come se esso potesse vivere di vita propria. Forse è necessaria maggiore chiarezza attraverso un’espressione (ci perdoneranno i fini matematici) che mostri un’altra esigenza preponderante, cioè quella di mantenere unite le scuole annesse. CONVITTO = UNITÀ DELLE SUE SCUOLE (Primaria, Secondaria di Primo e Secondo Grado).

Partendo da questo assunto (o, forse, per continuare con termini matematici, potremmo parlare di assioma), se ne deduce che non potrà esistere il Convitto senza le Scuole Annesse, né le Scuole Annesse potranno sopravvivere al Convitto. (Nota: Peraltro, il termine "unità" dovrebbe essere ben noto alla parte politica che governa la città, sia al Comune che alla Provincia, o almeno a chi, per sorte o per buona volontà, conosce un minimo di storia della politica italiana).

Perché, allora, il Presidente della Provincia insiste con la delocalizzazione e con la frammentazione del Convitto Nazionale? “Honi soit qui mal y pense!” Si vergogni chi pensa male, risponderebbe Edoardo III, re d’Inghilterra. Potrebbe davvero volere il male di una scuola colui che dovrebbe avere a cuore il futuro della stessa? Noi non lo crediamo, ma abbiamo bisogno di capire alcune cose poco chiare a menti non esperte nella progettazione edile, come invece lo è il Presidente.

Facciamo dei conti spicci, da profani: da progetto, le stanze per i convittori misurano 5,76 m x 2,24 + 2,34, una metratura inferiore ai 27 metri quadrati; si contano cinque stanze per un settore e cinque per l'altro, ciò vuol dire che ogni stanza dovrà ospitare sei studenti. La nostra curiosità ci spinge a indagare sulla normativa per le stanze d'albergo, che richiede 9 metri quadrati per la singola e 14 per la doppia. Questo ha dell’incredibile, considerando anche la recente esperienza con il Covid, che avrebbe dovuto insegnarci una maggiore tutela in materia di salute pubblica.

A questo punto un’altra domanda arriva spontanea: chi dovrebbe vigilare? La ASL non dovrebbe controllare le condizioni di salubrità? La nostra curiosità poi si allarga per comprendere come siano strutturate le aree funzionali attigue e scopriamo che mancano il servizio di portineria, un servizio lavanderia e guardaroba sufficientemente ampio da consentire il deposito di bagagli ed effetti personali degli studenti di lunga permanenza, e l'infermeria.

Oltre a ciò, la mensa risulta sufficiente solo per i convittori residenti, ma non per gli studenti semiconvittori delle scuole annesse, i quali dovrebbero usufruire di un servizio che ora, sospeso, risulta parte integrante del semiconvitto. Tante sono poi le domande che si affastellano: la cucina e i magazzini sono sufficientemente dimensionati alla preparazione del numero dei pasti necessari? I servizi igienici e le docce sono in numero sufficiente per il totale degli utenti? Le zone studio consentono sia la socializzazione che uno studio individuale?

Sarebbe bastato interloquire con la Dirigente per avere la misura delle cose; invece, la stessa apprendeva dai giornali la notizia dell’inizio dei lavori. Eppure, la politica dovrebbe essere per il bene della “polis”, della città e dei suoi cittadini, non certo per curare interessi che vadano contro il sentire comune.

Fatte queste considerazioni basilari, il Presidente dovrebbe rispondere a qualche altra domanda mossa dalla nostra curiosità. Che fine ha fatto la super perizia pagata con il denaro dei cittadini? Perché non è stato chiesto il dissequestro per vie ordinarie, visto che la Cassazione non si è pronunciata nel merito della staticità dell’edificio? Perché il Sindaco non concede lo stadio o l’area della San Giuseppe, messa a disposizione dai proprietari?

Noi vogliamo un’area nel centro storico che possa contenere tutta la realtà del Convitto, per il bene della scuola e dell’intera comunità cittadina e, per ottenere ciò, raccoglieremo le firme di tutti coloro che hanno a cuore la vita di questa città.

Il Convitto Nazione "Melchiorre-Delfico" di Teramo

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