Il bilancio di fine anno mette in luce criticità e segnali di speranza per la tutela della fauna e dei parchi
Il 2024 è stato un anno complesso per la natura abruzzese, caratterizzato da molteplici minacce alle aree protette e alla fauna selvatica, ma anche da un’importante mobilitazione della popolazione. È quanto emerge dal bilancio di fine anno presentato dal WWF Abruzzo durante la consueta conferenza stampa.
"Le difficoltà sono state numerose – dichiarano gli ambientalisti – con una scarsa attenzione verso la tutela delle riserve naturali e delle specie simbolo della regione, come l’Orso bruno marsicano e il Camoscio d’Abruzzo. L’Abruzzo sembra dimenticare il suo ruolo pionieristico nella gestione moderna delle aree protette e nella salvaguardia della biodiversità."
Il WWF ha sottolineato come troppe decisioni vengano lasciate ai tribunali, in assenza di un’adeguata gestione regionale capace di ascoltare e mediare. Tuttavia, non mancano segnali positivi, tra cui una crescente sensibilità e partecipazione dei cittadini alle tematiche ambientali.
Per rappresentare i risultati, l’associazione ha utilizzato un sistema di bollini:
Rosso per le situazioni critiche, come la caccia al cervo, la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio e il declino del Centro Recupero Fauna Selvatica di Pescara.
Giallo per le questioni ancora in sospeso, come la gestione delle aree protette e la tutela delle specie simbolo, tra cui l’Orso bruno marsicano e il Lupo.
Verde per gli aspetti positivi, come la mobilitazione per la salvaguardia dei cervi e la partecipazione attiva della comunità.
L’associazione invita le istituzioni a intraprendere un percorso più incisivo nella tutela del patrimonio naturale, auspicando che l’impegno civico emerso possa rappresentare la base per un futuro più sostenibile.