Dal dolore nasce un appello ai grandi: sostenere i giovani per un futuro migliore
La tragica morte di Sofia, la quindicenne travolta da un SUV all’uscita da scuola in via Falcone e Borsellino, ha lasciato un segno profondo nella comunità. Una settimana dopo quel terribile impatto, la giovane si è spenta, portando con sé sogni e speranze che hanno commosso un’intera città. Tanti in questi giorni hanno espresso dolore e cordoglio, mentre il sindaco Carlo Masci ha proclamato il lutto cittadino durante i funerali della studentessa, un momento di raccoglimento per tutta la comunità.
Tra le persone che si sono unite al dolore c'è Camilla, 17enne che ha dedicato una lettera alla giovane che non c'è più:
“Oggi è un giorno di silenzio, molti di noi non parlano, alcuni perché non hanno nulla da dire, altri perché vorrebbero dire troppo. A me questo silenzio serve a compensare il caos, il rumore e frastuono che abbiamo dentro. Oggi è un giorno in cui il tempo si è fermato, dopo aver agito spietatamente ha deciso di aspettarci, di concederci il tempo per sfogarci e per riflettere. Oggi più di molti altri sento di doverlo fare.
Lo ammetto, non riesco a stare in silenzio. A dir la verità vorrei tanto urlare, poi però mi rendo conto di quanto le parole siano importanti non solo per me ma anche per chi ho di fronte. Quando parlo o scrivo mi pongo sempre il problema di far capire agli altri le mie argomentazioni il modo meno indolore possibile. Oggi ho deciso di non farlo, voglio concedermi anche io la libertà di non limitarmi.
Sappiamo tutti cos’è accaduto, sappiamo tutti che Sofia non è più qui, eppure abbiamo così tante domande, dubbi e perché no, anche rimorsi. Mi permetto di parlare anche per altri oggi; noi ragazzi ci interfacciamo con un lutto sia affettivo che morale; un lutto che genera troppe emozioni contrastanti ed incontrollabili, credo sia il momento di tirarle fuori
Conosciamo tutti la frase “voi ragazzi siete il futuro” vero? Sono l’unica che ha dubbi su questo? Mi viene da pensare che in realtà il futuro dobbiamo costruirlo e la maggior parte delle volte siamo da soli a farlo. Riceviamo molte critiche, spesso però poco supporto. Dicono a noi giovani che siamo irresponsabili, che non accettiamo le conseguenze delle nostre azioni, ma è difficile essere consapevoli in ambienti in cui la risposta è sempre ‘è così e basta!’. Si arrabbiano perché ci comportiamo male, siamo menefreghisti e crediamo di essere invincibili ma non si sono mai chiesti se questa sia solo una corazza che copre qualche mancanza importante. Gli adulti rimproverano noi ragazzi di non avere sogni ma se sudiamo e fatichiamo per raggiungere un obiettivo e falliamo ci dicono di lasciar perdere perché non riusciremo, perché non è cosa per noi.
Non c’è concesso però nemmeno piangere, siamo troppo fragili e le nostre lacrime non risolvono nulla; piangendo vogliamo solo buttare fuori quello che siamo costretti a tenere dentro quello che abbiamo paura di mostrare ad un mondo che è pronto a neutralizzarlo. Sofia è anche questo ma non solo, lei è tanto altro e ci ha lasciato questi doni per custodirli per coltivarli e trasformarli in qualcosa di grande e potente come una fiamma che arde, come il bisogno di conquistare una piccola parte di mondo che spetta ad ognuno di noi.
Prendiamo Sofia e portiamola sempre con noi come fortezza, come esempio, come sprono per realizzare i nostri sogni. Facciamolo per noi e per lei! Siamo tutti atterriti e distrutti ma prendiamoci un momento per ringraziare Sofia. Grazie Sofia perché anche se in un momento di dolore straziante ci dai la possibilità di riflettere su aspetti importanti di ciò che è quotidiano. Grazie Sofia perché nella tristezza abbiamo ricevuto il supporto dei nostri compagni, della nostra comunità, rimanendo uniti e coesi. Grazie Sofia, grazie di averci fatto aprire gli occhi. Grazie di essere un esempio per non mollare mai, per fare della nostra vita un libro pieno di emozioni, un quadro ricco di colori, un capolavoro”.