"Ogni volta rimandano l'apertura della strada, eppure qui lavori non se ne vedono più"
Sono quattro le famiglie sfollate dopo che un fulmine colpì il 17 settembre la chiesa di Montepagano, costringendo il comune a prendere le dovute precauzioni e mettere in sicurezza l'area. Ma dal 17 settembre, oggi, dopo due mesi, a che punto siamo? Siamo stati contattati dai residenti perché i lavori sembrano essere quasi terminati, «devono fare solo la messa a terra» ci dice un signore, «ma qui non si vede più nessuno. Ci avevano detto che la strada avrebbe riaperto i primi di novembre, così non è stato. Poi intorno al 10, così non è stato. Ora qualcuno dice i primi di dicembre, qualcuno dice per Natale. Si può andare avanti così?».
No, effettivamente non si può. Siamo stati gentilmente accolti nella taverna in cui una delle famiglie è costretta ora a vivere, insieme a una signora di ben 92 anni che piangendo ci chiede quanto altro tempo ancora dovrà stare al freddo, prima che le permettano di rientrare in casa. Si arrangiano alcuni dormendo insieme, altri su una brandina. Un'altra signora ci ha chiesto aiuto perché invalida: «Quella chiusa è l'unica strada che posso percorrere in autonomia. L'altra che è aperta è impraticabile per me, in salita, impervia, tanto che se devo andare dal medico devo chiamare la protezione civile. Sono segregata nella mia stessa casa. Non è giusto». Perché il punto è questo, che la messa in sicurezza è fondamentale ma se i lavori sono terminati, cosa impedisce a queste persone di rientrare? Lo chiederemo al sindaco.