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ico title sx Le associazioni in difesa dei suini bradi di Pietracamela: "No all'uccisione, sì all'affidamento" ico title dx

"Speriamo che il sindaco Villani faccia una scelta di vita e non di morte"

Un gruppo di circa 22 suini vive libero in aperta campagna abruzzese, a Intermesoli una frazione del Comune di Pietracamela, in provincia di Teramo. Si tratta di maiali e maiali incrociati con cinghiali che però qualcuno ritiene di troppo. Il Sindaco di Pietracamela, infatti, ha emesso un’ordinanza che prevede la cattura e l’uccisione di questi animali liberi per “prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica”, come recita il provvedimento in questione. 

Sempre in base a quanto scritto nell’ordinanza, la presenza di questi animali liberi potrebbe “determinare incidenti stradali, situazioni di pericolo per le persone e per l'incolumità pubblica” e inoltre addirittura genererebbe “situazioni di tensione sociale e a volte panico nella cittadinanza”, come se si trattasse di animali particolarmente feroci o pericolosi. Nelle scorse settimane, LNDC Animal Protection e Vita Da Cani, in rappresentanza della Rete dei Santuari di Animali Liberi, hanno scritto al Sindaco, ai Carabinieri Forestali e alla ASL Veterinaria diffidando dal procedere con l’uccisione di questi animali e offrendosi di trovare per loro una sistemazione idonea.

“Come sempre, quando si tratta di animali liberi, la prima e unica soluzione che viene in mente alle amministrazioni locali è quella più estrema: uccidere. La nostra prima richiesta è stata ignorata, quindi abbiamo scritto nuovamente per offrire ancora una volta la nostra disponibilità a prendere in carico gli animali segnalati, previa castrazione ed esami per escludere la presenza di malattie infettive che possano mettere a rischio gli animali già presenti nei rifugi in cui vorremmo ospitare i suini condannati a morte dall’amministrazione comunale. Speriamo che anche questo nostro sollecito non cada nel vuoto e che il Sindaco Villani faccia una scelta di vita e non di morte”, affermano Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection e Sara D’Angelo – Presidente Vita da Cani.

Le associazioni vogliono anche sottolineare che esistono comunque altri metodi per proteggere la popolazione da eventuali pericoli. Innanzitutto, servirebbe una migliore gestione dei rifiuti dato che questi attirano gli animali verso le poche case presenti nella zona. Inoltre, gli orti privati dovrebbero essere recintati per evitare che gli animali si avvicinino alle abitazioni. Infine, se davvero esiste un problema riguardo alla viabilità, sarebbe opportuno installare dei dossi rallentatori nelle strade interessate dalla presenza di selvatici in modo che gli automobilisti viaggino a velocità moderata e non siano costretti a frenate brusche o a pericolose sterzate per evitare di investire gli animali che attraversano la carreggiata. Le soluzioni alternative all’uccisione ci sono, basta solo volerle attuare.

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