Quei banchi, tanti con scritte di protesta, d'amore, dell'ultimo o primo giorno
Questa foto fa male come fanno male tutte le altre foto del sequestro del Delfico. Fa male la politica incapace di avere una visione e incapace di chiedere scusa e togliere il disturbo. Fa male perchè si offende la storia, di quei mattoni, quei milioni di mattoni che hanno assistito per cento anni alla vita culturale di una Città Capoluogo che formava i suoi eletti. Una politica che in otto anni non ha avuto la forza, la visione, il senso pratico, l'amore di preparare un campus scolastico nell'area centrale dell'ex stadio comunale; quella politica che ha dimenticato l'odore del Delfico, la luce di quelle aule, l'ombra di chi amava girarlo in bicicletta e di chi, Preside di nascita, attendeva i propri alunni sull'uscio del portone. Quei banchi, i nostri banchi, tanti con scritte di protesta, d'amore, dell'ultimo o primo giorno, di quel tempo senza veli che ha svelato l'unica verìtà. Il Delfico e tutti noi, meritavamo un altro rispetto.
G.F.