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ico title sx Ricorsi Tari dal 2015 al 2017, Ciancaione: «Comune rischia di pagare somme elevate» ico title dx

Attualità
Cronaca

"Non solo per le spese legali ma anche per risarcimenti e ammende"

“Anche la Corte Suprema di Cassazione”,  esordisce la consigliera  comunale   Rosaria Ciancaione,  capogruppo dei Liberi Progressisti“, sembra orientata a considerare inammissibili i ricorsi proposti  dal Comune di Roseto avverso le sentenze della Corte di Giustizia Tributaria di II grado per l’Abruzzo,  che avevano dato ragione ai balneatori sulle  maggiori somme  pretese   per la tari 2015, 2016 e 2017,  rigettando nell’Aprile del 2023  e nel febbraio 2024 gli appelli proposti  dallo stesso Comune  avverso le sentenze di primo grado, condannando il medesimo Ente al pagamento di  pesanti spese legali da mille a seimila euro,  oltre accessori di legge”
 
Infatti, con Provvedimento in data 2 c.m., il Consigliere delegato della Corte Suprema di Cassazione, in considerazione che il ricorso appare inammissibile,   propone la definizione dello stesso in base a specifica norma del Codice di Procedura Civile.
 
In sostanza, il Comune ha 40 giorni di tempo per chiedere  che il ricorso venga  deciso, ben consapevole del fatto che nel caso la decisione fosse conforme alla proposta, la Cassazione potrebbe condannare il Comune a  un risarcimento dei danni,  a un’ammenda che per ogni ricorso varia da € 500 ad  € 5.000 in favore della specifica Cassa, oltre al pagamento delle spese legali.  
 
Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire! 
 
E’ bene ricordare che questi  ricorsi, che si trascinano ormai da quasi tre anni,  si basano su accertamenti retroattivi,  documentati solo  sulla base di foto aeree del 2018  che,  addirittura,  si riferiscono  al 2013, in base alle quali  i giudici di tutti i gradi di giudizio affrontati non reputano possibile quantificare la superficie da assoggettare a Tari  per annualità successive,  come il 2015, il 2016 e il 2017.
 
Il tema è stato affrontato più volte  dalla consigliera  evidenziando che le sentenze dovrebbero chiudersi con la restituzione delle somme non dovute, come nel caso  della sua  mozione approvata all’unanimità nel consiglio del 26 maggio 2022 sulla Tari  2018 (Sentenza Tar Abruzzo n. 83/2019 ricorso balneatori e commercianti) che prevedeva, anche sulla base di specifico emendamento condiviso dalla maggioranza, una restituzione della somma di 800 mila euro  in tre/cinque anni .
 
“Purtroppo”, prosegue la consigliera, “venendo meno all’impegno assunto con la città di Roseto,  a distanza di un mese dall’approvazione della mozione,  il Comune si oppose in Cassazione a ben 20 sentenze della Commissione tributaria regionale per l’Abruzzo  che riconoscevano ai balneatori ed altri operatori economici  il diritto di pagare somme ricalcolate sulla base della  sentenza del Tar n. 83/2019 che  ne aveva accolto le doglianze”. 
 
“Come sappiamo”, conclude Ciancaione, “questo  modo di fare, purtroppo per  contribuenti e  casse comunali,   ha interessato anche  la tari  2015, 2016 e 2017 con 22 ricorsi   proposti nel 2023 e nel 2024 che hanno il sapore della temerarietà; ora arriva sul punto il Provvedimento della Corte Suprema di Cassazione del 2 c.m.  che si spera conduca a  una vera svolta nel campo delle politiche tributarie dell’amministrazione Nugnes,  così da far pagare alle famiglie e alle attività produttive le giuste somme  senza affrontare contenziosi e ricorsi con pesanti oneri  anche per il bilancio comunale”

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