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ico title sx 102 casi di Dengue nelle Marche. Come si sta preparando l'Abruzzo? ico title dx

Attualmente non esistono farmaci antivirali specifici per trattare la malattia virale

Il maxi focolaio di dengue a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, ha visto 102 casi confermati e 10 casi probabili, secondo i dati forniti dalla Regione Marche. Sebbene il numero di contagi sia rilevante, non si sono registrati episodi gravi né decessi correlati alla malattia. Le autorità sanitarie regionali hanno segnalato che la curva di incidenza sta diminuendo, con un picco di casi tra il 14 e il 17 settembre.

La dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, in particolare dall'Aedes a Egypti, responsabile  della trasmissione del virus all'uomo. Le autorità locali stanno monitorando attentamente la situazione e adottando misure di contenimento, come la disinfestazione delle aree colpite e la sensibilizzazione della popolazione.

La Regione Marche  ha sottolineato che, sebbene il focolaio sia sotto controllo, è fondamentale intervenire prontamente per evitare ulteriori diffusioni del virus. Gli esperti continuano a raccomandare la prevenzione attraverso l'uso di repellenti, la protezione contro le punture di zanzare e la rimozione di fonti d'acqua stagnante che potrebbero favorire la proliferazione delle zanzare.

Come si sta comportando la Regione Abruzzo?
Come sono stati allertati i centri di malattie infettive?
Sono stati messi in campo campagne di ulteriori disinfestazioni?

I sintomi della dengue, come la febbre, emergono solitamente entro 5-6 giorni dalla puntura di una zanzara infetta. Se contratta per la prima volta, la malattia tende a manifestarsi in forma lieve, con sintomi come mal di testa, dolori articolari e muscolari, dolore agli occhi, rash cutaneo e nausea. Nella maggior parte dei casi, l'infezione si risolve entro due settimane. Tuttavia, un'infezione con uno dei sierotipi non garantisce protezione dagli altri, rendendo possibile contrarre la malattia più volte. Un'infezione successiva può essere più grave a causa di un meccanismo immunologico che il virus sfrutta, utilizzando gli anticorpi per diffondersi nell'organismo.

Nei casi più severi, la dengue può provocare dolori addominali, vomito ricorrente, sanguinamenti da naso o gengive, sangue nelle feci o nel vomito, stanchezza, irritabilità e, in situazioni estreme, collassi dovuti a manifestazioni emorragiche e perdita di liquidi che possono essere fatali .

Attualmente non esistono farmaci antivirali specifici per trattare la dengue. Tuttavia, nel 2023, un gruppo di ricercatori belgi ha scoperto una molecola promettente, JNJ-1802, capace di bloccare la replicazione di DENV-1 e DENV-2 negli studi sugli animali. Nei primi test, la molecola è stata ben tollerata e sicura in volontari umani e ha mostrato un'efficacia preventiva contro il virus in condizioni controllate.

In attesa di ulteriori dati, i trattamenti disponibili puntano a ridurre i sintomi attraverso l'uso di farmaci come ibuprofene, paracetamolo e altri antinfiammatori. Nei casi più gravi, è necessario somministrare liquidi per via endovenosa o eseguire emotrasfusioni. Per prevenire ulteriori contagi, è consigliato restare al chiuso nei primi giorni della malattia, in ambienti protetti da zanzariere, per evitare l'esposizione al vettore.

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