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ico title sx Intervista a Flavia La Pasta: metà abruzzese metà campana in un mix di talento musicale ico title dx

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Canto e musica cosa rappresentano per la giovane? La sua Anima

Determinata, talentuosa e con le idee chiare.

Questo è quello che è emerso intervistando Flavia La Pasta, giovane cantante nel cui sangue scorre l’Abruzzo, la Campania, l’amore per la musica che racconta pezzi di vita e storie, in un cuore che pompa purezza.

Lasciamo che si racconti lei stessa.

Flavia, una ragazza che ha fatto della propria passione un lavoro. Mi dica, com'è nato questo amore per la musica? L'ha provato fin da piccola o è scaturito da un evento in particolare?

“Durante la mia infanzia, terminati i compiti di scuola, ero solita guardare con mia madre “Lo zecchino d’oro”. Era quasi un appuntamento fisso.

Un giorno, intorno ai 6 anni, venni completamente rapita dall’esibizione di un pianista… lo guardavo, lo ascoltavo, e mi immaginavo al suo posto in quel preciso momento. Ero piccola, ma l’euforia che provai facendo quel piccolo viaggio mentale, me la sento ancora addosso. Da lì, l’iscrizione alla scuola di musica è stata quasi immediata. Ho iniziato con lo studio del pianoforte per passare ben presto allo studio del canto”.

So che il suo sangue per metà è abruzzese e per metà campano. La sua meravigliosa Napoli quanto ha influito nel far emergere il talento per il canto?

“Esatto, io sono nata in provincia di Teramo da una famiglia di origine napoletana. Amo follemente l’Abruzzo, tanto quanto amo ardentemente Napoli. È strano, ma anche se purtroppo non l’ho mai vissuta stabilmente, io sento un richiamo ancestrale nei confronti della mia bella Partenope. Vado ogni volta che posso e mi sento a Casa.

Mio padre e mio fratello più grande (attualmente DJ) mi hanno cresciuta facendomi ascoltare la migliore musica napoletana; conosco a memoria tutta la discografia di Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio!

Credo che chiunque sia stato a Napoli possa concordare con me su un aspetto: lì c’è musica ovunque… anche il casino, è un casino melodioso. Per cui probabilmente sono nata con questo tratto distintivo, c’è musica e melodia anche nel mio sangue”.

Lei ora vive a Martinsicuro ma c'è un cantante napoletano che ascolta spesso e le fa vivere l'atmosfera partenopea pur essendo a qualche Regione di distanza?

“Gigi D’Alessio è rimasto una costante nella mia vita… un concerto all’anno è d’obbligo!

Lo seguo dagli esordi con Mario Merola fino ad oggi. Adoro le nuove sonorità che ha trovato in particolare negli ultimi due album nei featuring con i rapper napoletani.

Ascolto spesso anche Clementino, Gigi Finizio ma soprattutto Enzo Avitabile. Per me Avitabile è una importantissima fonte di ispirazione. In lui musica e parole sono fuse completamente, tutto al servizio della melodia. E i ritmi e le sonorità popolari fanno sì che la sua musica mi arrivi dritta dritta all’anima”.

Tornando al suo percorso, immagino che per inseguire il suo sogno di diventare una cantante abbia dovuto studiare e lavorare molto, vero?

“È proprio così. Il canto è una ricerca che dura per tutta la vita. È un ascolto introspettivo di sensazioni interne, le quali sono sempre in continua evoluzione, così come in perenne cambiamento è il nostro corpo, e quindi i nostri muscoli fonatori.

Io ho fatto un percorso di studi classico: sono laureata al conservatorio in Canto lirico e in Musica da camera. Ma la mia curiosità mi ha spinto a ricercare sempre oltre, nel canto pop e in un futuro prossimo anche nel canto jazz”.

Dopo tanti sacrifici arrivano però le grandi gioie. Qual è al momento l'evento o gli eventi a cui ha partecipato e che le sono rimasti nel cuore?

“Lo scorso anno ho avuto l’immenso piacere ed onore di collaborare con Angelo Privitera, storico tastierista di Franco Battiato. È un’anima illuminata anche lui, come il compianto Franco. È stata una esperienza molto intensa.

Quest’anno sicuramente mi ha profondamente segnato la partecipazione a “La notte dei Serpenti” di Enrico Melozzi. In primis, ho conosciuto professionisti incredibili ma soprattutto ho conosciuto una parte importante di me, forse la più importante, che riverserò nel mio prossimo progetto artistico, ovvero la predisposizione naturale verso la musica popolare. Cantare in dialetto abruzzese in prima serata su Rai 2 è stato per me motivo di grande orgoglio!

Ho scoperto le analogie storiche che ci sono tra il dialetto abruzzese e quello napoletano, ed ho capito perché ogni volta che ho la possibilità di “decidere” il programma di un concerto lirico, puntualmente inserisco le romanze in dialetto abruzzese (F. P. Tosti primo fra tutti) e le canzoni napoletane (Core grato, Torna a Surriento…): la musica popolare mi arriva dritta, senza troppo tergiversare. Il ritmo mi parte dal cuore e la melodia mi esce dall’anima!”

Per il futuro cosa sogna? Che progetti ha?

“Sto iniziando a lavorare sul mio primo disco.

Era da un po’ che sentivo la necessità di avere qualcosa di tangibile che parlasse di me, ed ora mi sento pronta per realizzarlo.

Libertà, sarà ciò che caratterizzerà questo progetto: non ci saranno limiti di nessun genere, voglio sentirmi libera di passare dalla musica classica al pop, senza frontiere, e dai dialetti abruzzesi e napoletani fino alla lingua italiana.

Io alla fine posso descrivermi così: sono una musicista libera e versatile, che spazia dall’opera lirica alla musica popolare; amo la cultura, per cui i testi dialettali saranno sapientemente scritti con l’aiuto dei professori addetti ai lavori. Parlo e canto con l’anima e questo aspetto spero possa arrivare forte a chi mi ascolterà”.

Se potesse riassumere in una frase cosa rappresenta nella sua vita non solo il canto ma la musica in generale, cosa mi direbbe?

“È una parola che in questa intervista, non a caso, ho usato spesso: Anima.

Citando la Treccani: “l’Anima è il principio vitale dell’uomo, (…) origine e centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della coscienza morale”.

Daniele Piersanti

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