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ico title sx Inaugurata la nuova palestra all'aperto sul lungofiume Vezzola: ma sarà a norma? ico title dx

Attualità
Cronaca

Secondo l'associazione Robin Hood sono numerose le prescrizioni non osservate per la realizzazione

L'amministrazione comunale ha inaugurato due giorni fa la nuova palestra all'aperto al parco fluviale. Peccato che quella palestra sembrerebbe proprio non essere norma. Oltre al formale parere richiesto dal consigliere comunale Mario Cozzi alla Polizia Locale e ufficio tecnico, si è espressa al riguardo anche l'associazione dei consumatori Robin Hood, ricordando una serie di accortezze e prescirizioni indispensabili che tuttavia mancano e che si ritrovano invece in un'altra palestra all'aperto, funzionale, presente da tempo a poche centinaia di metri nella stessa zona.

"Parco Fluviale del Vezzola inaugurata una struttura aperta e utilizzata da tempo dal Comune di Teramo e Sport e Salute. 
La struttura nasce a seguito di un bando realizzato per implementare le realtà dello sport all'aria aperta a seguito del Coronavirus. La  domanda che sorge spontanea è questa perché creare a distanza di poche centinaia di metri un'altra area con la stessa finalità? - scrive l'associazione - Realizzazioni tra l'altro completamente differenti sotto il profilo della sicurezza e dell'inserimento nel Parco. L'Associazione Robin Hood era già intervenuta sull'area denunciando alcuni aspetti del cantiere e della realizzazione. Esiste una normativa Uni, la EN 16630 'attrezzature installate in modo permanente per il fitness all'aperto - requisiti di sicurezza e metodi di prova', che dà utilissime indicazioni in termini di sicurezza e manutenzione. Registriamo che l'area dopo l'istallazione, con la posa in opera degli attrezzi , non ha avuto bonifiche del terreno quali eliminazione del ciottolami, il livellamento.  Esistono prescrizioni per le cadute libere, ad esempio se inferiore o uguale a 1,5 m l'area di sicurezza deve essere di uguale misura, se maggiore di 1,5 la caduta va moltiplicata per 2/3 e aggiunti ulteriori 0,5 m. La stretta connessione tra gli attrezzi forse non ne ha tenuto conto. Solo queste due circostanze già evidenziano un problema di sicurezza. In termini di fruizione non esiste una cartellonistica con il divieto del loro utilizzo da parte di bambini ovvero di soggetti al di sotto dei 1400 mm, così pure quella per il loro utilizzo con ammonimento di responsabilità personale nell'uso. L'amministrazione D'Alberto e Sport e Salute, scegliendo in subordine di dare indicazioni attraverso lettori Q-code determinano una selezione dei soggetti che possono utilizzarle. L'associazione Robin Hood, evidenzia che parole roboanti come sport per tutti, hanno una loro valenza oggettiva solo se praticate nella realtà. Altra problematica individuata dall'associazione è quella della scelta dei materiali delle attrezzature, in presenza di un inadeguato ombreggiamento dell'area, le strutture di metallo al sole.

L'associazione ritiene infine ridicola la gara di appalto per la  manutenzione della struttura che prevede solo oneri e non poche responsabilità, un bilanciamento possibile sarebbe l'introduzione di un costo per l'utilizzo non auspicabile".  

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