"Occorre potenziare posti letto, potenziare il personale e snellire il pronto soccorso"
Il candidato a consigliere per la regione Abruzzo Giammarco Marcone, interviene sulla situazione «di criticità del pronto soccorso di Atri». La nota:
Dati alla mano, l’ospedale di Atri sta diventando progressivamente il secondo “ospedale di Pescara” per numero di prestazioni erogate a pazienti provenienti da quella Provincia.
Questo elevato numero di persone che si riversano sul nosocomio atriano, unitamente a quelli provenienti dal territorio di “appartenenza”, mettono in risalto l’elevata difficoltà operativa di taluni servizi. In particolare, si evidenzia la continua e costante situazione di criticità del Pronto soccorso e di altri reparti “salvavita” quale quello di cardiologia.
Occorre potenziare il numero dei posti letto per pazienti sub acuti, istituendo un reparto di medicina d’emergenza che faccia fronte a richieste di prestazioni sanitarie di questo genere, così snellendo il lavoro del Pronto soccorso.
Occorre, altresì, potenziare con l’assegnazione di medici il reparto di cardiologia che, dopo il pensionamento del Dott. Loffredo, è rimasto con un solo cardiologo mentre i restanti turni vengono coperti da cardiologi di Teramo che ruotano senza una reale organizzazione, lasciando così i pazienti in attesa per mesi per una visita, un esame o una terapia con la conseguenza che molti si rivolgono a strutture private, mentre altri addirittura rinunciano a curarsi. Tali carenze, di fatto, lasciano scoperto il nosocomio atriano rispetto a quella che è l’emergenza più largamente diffusa ossia quella cardiaca.
Questa complessa situazione non può essere più tollerata.
A tutto questo si aggiunga la recentissima trasformazione, con la legge di riordino del sistema sanitario regionale, del reparto di oculistica da UOSD a mero ambulatorio con la conseguenza della sospensione delle relative attività operative che venivano svolte in numeri elevati e con prestazioni di alta qualità.
A nulla è valsa finora la promessa del presidente Marsilio di ritrasformare in UOSD quel servizio attraverso l’atto aziendale, ma una domanda nasce spontanea: se si vuole ritrasformare il servizio di oculista in UOSD allora perché non lasciarlo così sin dall’inizio?