mercoledì 25 settembre 2024     +39.347.3268683     redazione@iltrafiletto.it
Il Trafiletto notizie su Teramo e Abruzzo in tempo reale

ico title sx Interventi Asl. Ecco come cambieranno il Ravasco di Teramo e l'Ospedaletto di Porta Romana ico title dx

Attualità
Cronaca

25milioni di euro di lavori in provincia: si aggiungono casa di riposo di Sant'Omero e dispensario di Isola e Montorio

ASCOLTA IL COMMISSARIO CASTELLI E DI GIOSIA

25 milioni di euro per gli interventi della Asl su numerose strutture della provincia di Teramo: ex Ravasco di Teramo, casa di riposo Campanini di Sant'Omero, dispensario di Montorio, dispensario di Isola del Gran Sasso, immobili Erp, ex ospedaletto di Porta Romana. 

Nel dettaglio:

Ex Ravasco. La Asl ha approvato e validato nell’ottobre scorso il progetto definitivo-esecutivo per la ristrutturazione, il riuso funzionale con adeguamento sismico dell'immobile da destinare a Hospice. Si tratta di edificio storico di proprietà della Asl, fortemente danneggiato dai terremoti del 2016, tanto da essere classificato inagibile.  Il contributo ammesso dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione ammonta complessivamente a 3.756.710,42 euro. Attualmente è in corso la predisposizione dei documenti principali per indire la gara di appalto. La durata dei lavori sarà di 24 mesi.

Casa di riposo “Campanini” di Sant’Omero: Uno dei finanziamenti più corposi riguarda il complesso di edifici che costituiscono la casa di riposo “Campanini” di Sant’Omero. Intervento per cui è stato determinante l’impegno del presidente della Regione Marco Marsilio. L’immobile, situato nel centro storico, è inagibile. Il complesso, che ospitava un convento, risale al dodicesimo-tredicesimo secolo, più volte riedificato fino a diventare ospedale a fine 800. Dopo gli anni Ottanta del secolo scorso è diventato casa di riposo, fino al 2019. Ci sono 10 milioni a disposizione per la sua ristrutturazione e miglioramento sismico. I lavori saranno particolarmente complessi da un punto di vista architettonico e strutturale essendo, peraltro, un edificio vincolato dai Beni architettonici. Partiamo adesso con una procedura europea per la progettazione e poi sarà espletata la gara europea per l’affidamento dei lavori, in quanto l’importo è sopra soglia.

Dispensario di Montorio: Un altro intervento (760mila euro) è previsto nell’ex dispensario di Montorio, che ospitava un circolo anziani prima di diventare inagibile a causa del sisma del 2016. Entro l’estate contiamo di dare il via ai lavori. 

Dispensario di Isola del Gran Sasso: E’ previsto un intervento anche in un altro dispensario, quello di Isola, che in parte sarà interessato anche dai lavori finanziati con il Pnrr per realizzare una Casa della comunità. In questo caso è un intervento di riparazione di alcuni danni causati dal sisma, per circa 65mila euro.

Immobili Erp: Finanziamento da 1,4 milioni per un intervento di ricostruzione dell’immobile di edilizia residenziale pubblica di via Getulio a Teramo. Siamo in fase di rilascio del contributo e validazione del progetto esecutivo.

PROGETTI FINANZIATI AD ALTRO ENTE.

L’ex ospedaletto di porta Romana: è uno stabile storico. Dal 1887 la Congregazione di Carità  vi trasferì il «ricovero di fanciulli orfani abbandonati».

Dalla metà degli Anni quaranta del secolo scorso, una porzione del complesso fu destinata ad ospitare il Collegio femminile Carolina Ventili, diretto dalle suore della congregazione delle Figlie dei sacri cuori di Gesù e Maria, affiliata alla struttura generale degli istituti di educazione, cioè l’Istituto Ravasco. 

Dal 1956 l’Orfanotrofio fu trasferito e successivamente i fabbricati vennero utilizzati come Ospedale Civile, erano infatti attivi in esso alcuni reparti e servizi sanitari, poi trasferiti in altra sede. 

Lo stabile sarà messo a disposizione della curia che vi realizzerà la Cittadella della carità.  L’edificio avrà nuova vita e tornerà ad essere impiegato per l’assistenza ai più deboli. Il complesso edilizio, più noto l "EX OSPEDALETTO" , è costituito da un unico corpo di fabbrica articolato su tre livelli, con una superficie lorda di circa 4.900 mq ed un’altezza massima di 15 metri. La costruzione delle gallerie del Lotto zero e i terremoti hanno danneggiato fortemente lo stabile. 

I lavori saranno seguiti direttamente dall’Usr, in qualità di soggetto attuatore. Una volta recuperato, una porzione di pianterreno sarà riservata alla Asl.

_____

Nel dettaglio l'ex Ravasco:

La validazione del Progetto definitivo-esecutivo dell’”ex collegio femminile Ravasco” avvenuta in data 09.10.2023, rappresenta un punto di svolta per il restauro, il riuso adattativo, l’adeguamento sismico e la ricostruzione della storica struttura, fortemente danneggiata dagli eventi sismici verificatesi a far data dal 24 agosto 2016, classificato con esito di agibilità “E”. In relazione agli aspetti storico-artistici, pochi ne conoscono la qualità architettonica. L’edificio, risalente ai primi anni del Novecento, racchiude all’interno bei pavimenti in seminato “alla veneziana” ed eleganti ringhiere in ferro. L’edificio storico, caratterizzato dal vasto giardino, dove per decenni hanno passeggiato gli ammalati, i bambini, le suore del Bambin Gesù e le studentesse, è attualmente in stato di abbandono e in grave stato di conservazione. 

La Asl recupera e rifunzionalizza dunque un edificio storico di pregio di proprietà e restituisce alla cittadinanza un nuovo Centro residenziale di cure palliative per l’assistenza ai malati terminali, “Hospice”, che indica una filosofia e uno stile di cura, più che un luogo ben preciso: esso si basa sul principio secondo il quale prioritaria è la “qualità di vita” residua del paziente in fase terminale, senza per questo accelerare o posporre la sua morte. Trattasi di una struttura sanitaria caratterizzata da un numero limitato di posti letto, bassa tecnologia ed equipe interdisciplinare di alta qualità, dove particolare attenzione viene posta al comfort del paziente e all’interno del quale può portare con sé oggetti e abitudini. L’intento ai fini progettuali è stato quello di creare un’atmosfera di sicurezza familiare e di evitare quel carattere di estraneità insito in una struttura istituzionalizzata. 

L’intervento progettuale di “adeguamento e ricostruzione post-sisma dell'immobile esistente” e di “sostituzione edilizia del piano terzo o ultimo” racchiuderà un volume complessivo di mc 4.117,88 e una superficie lorda perimetrale di mq 889,07, adeguatamente distribuiti su quattro piani, incluso il piano terra-interrato, quest’ultimo caratterizzato da due accessi, di cui uno dedicato al personale e l’altro al pubblico. I piani hanno un’altezza netta, rispetto al piano tecnico controsoffittato, variabile di m 3,65/3,50/3,00 e sono collegati da una scalinata a due rampe lineari con pianerottolo e da un corpo ascensore esterno per persone e montalettighe realizzato con struttura metallica e tamponatura a cristalli trasparenti. 

L’organigramma funzionale è consistito nel dividere la superficie esistente in 4 macro aree: una residenziale con 8 camere di degenza, di cui 6 singole e 2 doppie, per un totale di 10 posti letto, un’area living con ristoro e tisaneria, una sala “arte e musicoterapia”, una sala di lettura-internet point e un’area per la sosta temporanea della salma; un’area operativa con spazi per riunioni e coordinamento equipe, depositi (biancheria sporca e pulita, farmaci, etc) e postazioni per il personale infermieristico, un’area destinata alla valutazione e alla terapia con spazi per terapie antalgiche e prestazioni ambulatori e studi per medici, caposala e per le attività di consulenza specialistica e, infine, un’area generale di supporto dedicata al desk-accoglienza per il pubblico e agli spogliatoi con servizi igienico-sanitari per il personale medico e infermieristico; le aree saranno tutte dotate di tutti i requisiti di sicurezza strutturale, impiantistici, tecnologici e di prevenzione infortuni.

Tutto questo è stato possibile grazie alla sensibilità e all’apporto collaborativo da parte dell’U.S.R. che ha accolto la proposta progettuale di rifunzionalizzazione in ambito socio sanitario assistenziale. E anche grazie alla Soprintendenza che, dopo attente verifiche e valutazioni, ha ritenuto le opere progettate compatibili con i criteri di tutela definiti dalla legislazione vigente in materia di beni culturali e ha autorizzato con apposito decreto la demolizione del manufatto collocato all’ultimo piano, oggetto in passato di pesanti trasformazioni, modifiche, ampliamenti e cambi di destinazione d’uso. Essendo tale manufatto fortemente danneggiato e non conservando più alcun tipo di finitura risalente all’epoca di costruzione, il progetto in esame prevede la sua sostituzione con un nuovo volume pensato “in chiave contemporanea”. 

Appare utile precisare che il progetto, volto al riuso adattivo e adeguamento funzionale (rifunzionalizzazione) del patrimonio edilizio storico esistente, mira alla “rigenerazione urbana, culturale e sociale” in linea anche con il programma dell'Unione Europea e con le Linee Guida del P.N.R.R. (Recovery and Resilience Plan) con conseguente avvio di un processo di rinnovamento coerente con le regole di selezione, di costruzione, di valutazione e di attuazione stabilite dagli strumenti di pianificazione vigenti.

La storia. Il tutto nell’ottica di un accurato restauro e rifunzionalizzazione e di una restituzione alla comunità di un edificio che storicamente ha svolto funzioni importanti in ambito cittadino. Nei primi decenni del Novecento ospitava la “Casa di Cura Villa Maria”, allora un modernissimo Istituto Medico-Chirurgico, fornito di qualificati mezzi scientifici. Era diretto da Beniamino De Nigris Urbani, il quale oltre a essere proprietario del medesimo edificio, era anche medico in servizio, sin dal 1905, presso la Congregazione di Carità di Teramo. La clinica privata si articolava su quattro piani e rimase in piena attività sino al 1928, quando, mutato il quadro politico dell’Italia di allora, il Direttore chiuse la struttura, ponendola in vendita. Nel 1933 fu acquistato dalla già citata Congregazione di carità che ne fece la sede del Brefotrofio provinciale di Teramo. Dal 1937 la gestione passò al nuovo Ente Ospedali e Istituti Riuniti di Teramo e la situazione restò pressoché immutata sino al dicembre 1955, quando il Brefotrofio fu trasferito nella sede dell’attuale Liceo artistico in Via Armando Diaz. Nel 1956 il fabbricato di viale Cavour fu destinato a ospitare il Collegio femminile per l'accoglienza di studentesse e insegnanti non residenti in città, della Fondazione Pasquale Ventilj. Sebbene il Collegio fosse stato intitolato alla madre del benefattore, Carolina Ventilj, il fatto che fosse diretto dalle suore della Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fondata dalla religiosa Eugenia Maria Ravasco alla fine dell’Ottocento, ingenerò un equivoco linguistico e il nome della religiosa prese il posto della corretta denominazione. Il successivo avvento delle suore del Bambin Gesù, non ne mutò né la denominazione né la funzione convittuale. Quando nel 1968 le funzioni sanitarie (in capo all'Ente Ospedali e Istituti Riuniti) furono separate da quelle socio-assistenziali, la gestione operativa del Collegio fu posta dalla legge in capo al Comune di Teramo. Nel 1996, con il progressivo ridursi delle collegiali ospiti e la conseguente cessazione dal servizio di parte del personale religioso operante nella struttura, il Comune decise di chiudere definitivamente il Collegio; di conseguenza, l’immobile di Viale Cavour, ormai inutilizzato, rientrò nella piena disponibilità dell'allora Ulss (che dal 1981 aveva preso il posto del soppresso ente Ospedali ed istituti riuniti di Teramo), attuale Asl, che lo detiene ancora oggi e che lo ha utilizzato come R.S.A. e comunità protetta sino alla sua definitiva chiusura nel 2008. Da allora l’edificio storico, che molti teramani conoscono semplicemente con il nome di “Ravasco”, è dismesso, in stato di abbandono, e in gravissimo stato di conservazione.

 

Galleria