L'amministrazione comunale precisa alcune inesattezze
L’organizzazione del “Carnevale a 4 zampe” previsto per domenica prossima, 4 febbraio, in piazza Fosse Ardeatine intende ristabilire la verità dei fatti.
L’iniziativa, si precisa, è nata dopo che nelle trascorse edizioni del Carnevale Giuliese era stata notata la presenza di diversi bambini mascherati a tema con i loro cagnolini.
L’evento di domenica prossima prevede il coinvolgimento delle associazioni animaliste, riunite nel Coordinamento Associazioni Volontarie Abruzzesi Animali e Ambiente, ma senza che la loro partecipazione abbia nulla a che vedere con la sfilata mascherata. La diffusione di un messaggio a tutela dei diritti degli animali, contro l'abbandono e per prevenire il randagismo, è l’unico obiettivo della presenza delle sigle animaliste.
Risulta non a caso falsa, la notizia della presa di distanze della Lega del Cane di Teramo. L’associazione, infatti, non si è mai dissociata. Semplicemente, non ha aderito per motivi di organizzazione interna che non corre l’obbligo di dover giustificare.
Sui presunti maltrattamenti agli animali causati dalla confusione e dall’alto volume della musica, si puntualizza che l'evento è stato organizzato una settimana prima del Carnevale proprio per sottrarre gli animali dalla chiassosa animazione che accompagna il passaggio dei carri.
Si ribadisce, infine, che non era intenzione urtare la sensibilità di nessuno, ritenendo peraltro minima la differenza tra una sfilata organizzata a Carnevale o un più comune concorso di bellezza canina.
L’appuntamento resta dunque per le 15 di domenica, in piazza Fosse Ardeatine.
Ciò che spiace è che si voglia mettere in discussione il Carnevale, e trasversalmente l’Amministrazione Comunale, strumentalizzando un argomento, quello del benessere animale, che vede in realtà tutti d’accordo. Il Carnevale, nato spontaneamente in questi ultimi anni, non è mai stato inquinato dalla politica e mai la politica si è insinuata nei comitati. In quella che riteniamo una festa di tutti, le campagne elettorali non hanno avuto, e continueranno a non avere, alcun diritto di cittadinanza.