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ico title sx Maxi rissa a Castrogno tra sgabelli, lamette e le celle incendiate: un detenuto ridotto in fin di vita ico title dx

Attualità
Cronaca

Dai sindacati l'ennesimo grido d'allarme sulla situazione del carcere

Ennesima rissa nel carcere di Castrogno, che ha portato quasi in fin di vita uno dei detenuti. La denuncia viene dal sindacato del Sinappe.

"Una maxi rissa tra detenuti stranieri è scoppiata nella mattinata di ieri, 6 dicembre, nel terzo reparto del carcere di Castrogno. Gli autori delle violenze, circa una decina, si sono presi a colpi di sgabelli, piedi dei tavoli e lamettate in particolare all'altezza della testa e sul collo, tanto da ridurre uno dei partecipanti in fin di vita. I disordini si sono protratti fino a tardissimo pomeriggio anche con l'incendio di due camere dipernottamento, con l'intento di essere aperti per continuare la colluttazione. La situazione è degenerata dopo giorni di tensione alimentata dall’arrivo di parecchi detenuti allontanati dagli istituti laziali per motivi di ordine e sicurezza e tutti concentrati a Teramo, rendendo il carcere ricettacolo di delinquenti facinorosi senza minima osservanza di qualsiasi regola di convivenza oltre che penitenziaria, con la vocazione alla violenza, alla prevaricazione e alle attività illecite. Ancora una volta, sono state messe a dura prova quelle poche unità che quotidianamente cercano di garantire l'ordine e la sicurezza dei reparti detentivi sovraffollati (solo due in una sezione con 100 detenuti, anche di questo calibro) e a rendere più drammatica la situazione, non è stato disposto il trasferimento immediato dei responsabili (come di norma avviene in altri carceri), per non sottacere il monito diffusosi di non richiedere rinforzi dall'esterno di unità fuori servizio. Questa situazione ormai appartiene alla quotidianità di Castrogno ed i poliziotti montano in servizio affidandosi alla divina provvidenza con la speranza di smontare ad orario prestabilito (senza essere trattenuti a lavoro) ed incolumi. OGGI È STATA L'ENNESIMA DIMOSTRAZIONE CHE IL CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA E' DIVENTATO CARNE DA MACELLO. IL SiNAPPe A TUTTO QUESTO SCEMPIO DICE BASTA.CON L'AUSPICIO CHE OGNUNO DEGLI ORGANI DIRIGENTI RISPONDA"

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