A Teramo il presidente nazionale CNI Angelo Domenico Perrini
INTERVISTE AL PRESIDENTE NAZIONALE E DELL'ORDINE DI TERAMO
Le novità apportate al nuovo codice dei contratti pubblici, approvate recentemente dal Governo, sono state oggetto di un seminario che si è tenuto nel pomeriggio al Parco della Scienza, alla presenza non solo di tanti professionisti ma anche del presidente nazionale del CNI Angelo Domenico Perrini, del vice presidente nazionale, Elio Masciovecchio, del presidente dell'ordine di Teramo Leo De Santis. Le novità non convincono del tutto i tecnici del settore. Il nuovo codice dei contratti pubblici, approvato con il decreto legislativo n. 36 del 31 marzo 2023, ha acquistato efficacia a partire dal 1° luglio 2023. Numerose le novità rispetto al precedente codice e molti gli aspetti migliorativi come «la digitalizzazione, fondamentale nei rapporti con gli enti pubblici. - come sostiene il presidente nazionale del CNI Perrini - Si parla anche di fiducia nei confronti dell'impresa e dei progettisti. Ma si parla anche di apertura verso il mercato ed è li che si evidenziano alcuni problemi perché per l'accesso ai servizi di ingegneria da parte dei professionisti è stato notevolmente limitato il periodo di calcolo dei requisiti, sceso da 10 anni a 3 anni e quindi si è nettamente ridotta la platea a un 7 o 8% di figure professionali». «Esistono delle criticità che vanno dibattute - precisa il presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Teramo, Leo De Santis - ed è per questo che abbiamo invitato a Teramo il presidente nazionale del CNI». Per De Santis esiste, tra le altre cose, un'ambiguità nella regolamentazione dell’appalto integrato che prevede, di fatto, solo due soggetti: la stazione appaltante e l'impresa. I progettisti, dunque, saranno incaricati direttamente da quest'ultima che, spesso, impone ai tecnici regole commerciali a prescindere dalle previsioni di gara. «Quello che poi non ci convince - continua il presidente De Santis - è la possibilità del subappalto intellettuale. Con le nuove regole, a prendere gli incarichi saranno solo le grandi società di ingegneria perché potranno vantare requisiti economici congrui relativi agli ultimi tre anni, come previsto. Poi però i progetti verrebbero subappaltati ai professionisti più "piccoli", con un chiaro sfruttamento professionale». Non ultima, poi, la questione della piena applicazione della legge 21 aprile 2023 n.49 (disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali) agli appalti pubblici.