Regionali 2024. L'ok della Regione al Mazzini è il lasciapassare di Gatti per Fratelli d'Italia

di Nikasia Sistilli

Il gioco della verità in politica a Teramo si fa con i fatti e con le dichiarazioni ma anche con le equazioni. Quelle complesse cose matematiche che in matematica sono incomprensibili (ai più), nella logica sembrano invece scriversi da sole. Partiamo con l'assunto che per le elezioni regionali in Abruzzo, su Teramo, è il classico momento del detto non detto delle scelte politiche sui candidati. È vero che sia centrodestra che centrosinistra non si espongono sui nomi. È vero che D'Alberto ha detto che non si candiderà e che ci sono altri nomi validi. È vero che Gatti non ha detto che non si candiderà come non ha detto che ci sono altri validi nomi. È vero anzi che ha parlato in un'intervista su Il Centro di dialogo aperto con Marsilio. È vero che il capogruppo di Fratelli d'Italia di Teramo Luca Corona non ha detto che Gatti non si candiderà. È vero anzi che ha dichiarato che la riterrebbe una candidatura di spessore. È vero che il punto di divergenza per l'ingresso di Gatti tra le fila di Fratelli d'Italia poteva essere la diversa visione del sito dell'ospedale di Teramo. È vero che Gatti e il suo gruppo vogliono l'ospedale a Villa Mosca, come è vero che la Regione lo vuole a Piano D'Accio. Sempre nell'intervista su Il Centro, è vero che Gatti dice che su questo aspetto il confronto è aperto. Secondo una logica da equazione l'eventuale ingresso di Gatti dovrebbe quindi portare con sè la rivisitazione della scelta della Regione sul sito di Piano D'Accio.
È vero poi che oggi è arrivato un comunicato a firma dell'assessore regionale Nicoletta Verì che riporta la disponibilità della Regione alla localizzazione dell'ospedale a Villa Mosca, parlando di «nessuna preclusione». (QUI)

Mettiamo da una parte la X del non detto del politichese, aggiungiamo dall'altra la Y della disponibilità della Regione su Villa Mosca: il risultato?