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ico title sx Viene licenziata dall’azienda ma reintegrata dal Tribunale del Lavoro di Teramo ico title dx

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Licenziata nuovamente dopo appena 4 mesi

È l’ennesima vicenda di realtà lavorative del nostro territorio ove non solo non hanno ingresso le rappresentanze sindacali – fortemente osteggiate – ma addirittura la stessa legge dello Stato stenta a trovare cittadinanza.

La signora E.L., dipendente da circa 20 anni dall’azienda dolciaria Sapori Veri s.r.l. era stata licenziata nell’ottobre 2021 con l’accusa di aver simulato una malattia, comportamento ritenuto grave e quindi meritevole di licenziamento in quanto aggravato da presunti comportamenti pregressi della dipendente, che si sarebbe recata più volte al lavoro con “trucco eccessivo” rispetto ai regolamenti dell’azienda. La lavoratrice, rappresentata dagli avvocati Antonella Scipioni e Roberto Conte, aveva fatto ricorso una prima volta al Giudice del Lavoro che aveva annullato il licenziamento per assoluta insussistenza dei fatti contestati con ordinanza in data 9.03.2023, cui aveva fatto seguito l’immediata offerta della prestazione lavorativa.

La lavoratrice, tuttavia, veniva riammessa a lavoro solo a decorrere dal 20 marzo 2023 e non appena ripreso il servizio veniva subito presa di mira dal datore di lavoro che tentava di farle sottoscrivere un contratto contenete una significativa riduzione dello stipendio e la previsione delle c.d. “clausole elastiche” che non possono essere applicate se non con il pieno e libero consenso del lavoratore. Tale tentativo datoriale non è andato a buon fine solo grazie all’intervento degli avvocati che hanno preteso l’esatta esecuzione dell’ordine del Tribunale

La ritorsione datoriale non ha tardato a manifestarsi.

Non appena reintegrata per ordine del Giudice, la lavoratrice è stata destinata alla costruzione degli imballaggi mentre prima era adibita al reparto produzione dei dolci, adibita a turni di lavoro diversi da quelli assegnati prima del licenziamento e dislocata a compiere le proprie mansioni in pressoché totale solitudine. Inoltre la stessa è stata quasi giornalmente oggetto di ispezioni personali, mirate esclusivamente nei suoi confronti, mentre era intenta a svolgere le proprie mansioni ed è stata costretta, sul posto, ad interrompere il lavoro e sfilare i guanti per essere sottoposta a capillari ispezioni delle mani e del viso. A tali ispezioni hanno fatto seguito ripetute contestazioni disciplinari per “trucco eccessivo”, nonostante la lavoratrice, avvisata dai propri legali, sia stata molto attenta a non indossare alcuna forma di trucco. Come era prevedibile alle contestazioni sono seguite le sanzioni della sospensione e successivamente un nuovo licenziamento. La signora L. anche questa volta tutelerà i propri diritti nelle sedi giudiziali ma ciò che appare raccapricciante è che in una società che ha l’ambizione di chiamarsi moderna e la pretesa di essere culla di garanzie appartenenti al c.d. “Stato di diritto” possano sopravvivere certe realtà in cui i rapporti tra “padrone” e lavoratore, considerato alla stregua di servitore, evocano quegli stessi tratti medievali che hanno segnato le pagine più buie dell’oscurantismo dell’essere.

Alla lavoratrice va la solidarietà e il sostegno di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici della Flai e della Cgil. Alle lavoratrici e ai lavoratori di Sapori Veri, l’esortazione a non lasciar prevalere il timore e a rivolgersi con fiducia al sindacato affinché non prevalga la logica del bastonarne uno per educarne cento!

Flai Cgil Teramo

Cristiana Bianucci

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