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ico title sx Consiglio comunale di Teramo: quella pec della discordia e l’appunto alla “realtà” riportata dalla stampa ico title dx

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Politica

Il segretario comunale si è pronunciato poi sulla legittimità della seduta

La seconda convocazione del consiglio comunale riparte dal pomo della discordia: la pec inviata e non ricevuta del capogruppo di Futuro In Caterina Provvisiero. Due ore di questioni preliminari utili (o non) per arrivare a quella che doveva essere forse la pronuncia primaria del segretario comunale: il consiglio è legittimo nonostante il difetto di comunicazione di quello precedente.
Due ore di brillanti digressioni passate dai principi giuridici di forma e sostanza, per arrivare poi all’ermeneutica e al manierismo, al debutto dei nuovi, agli interventi recitati leggendo i propri pensieri riportati per iscritto, alle domande pungenti della Marroni che chiedeva perché, di fronte alla legittimità sostanziale della convocazione precedente, la maggioranza si fosse alzata lasciando i banchi vuoti, passando per il disappunto della consigliera Miriam Tullii nei confronti della stampa presente, accusata di scrivere cose «poco aderenti alla realtà». Che i lettori possano essere discordi rispetto a quanto riportato in un articolo è cosa sacrosanta. Che si possa scrivere in maniera poco aderente alla realtà politica è cosa un po’ diversa. Di quale realtà parliamo consigliera? Della sua? Di quella della sua lista? Di quella della maggioranza? Di quella del consiglio intero? Perché in fondo è vero che Caterina Provvisiero, capogruppo di Futuro In, ha denunciato di non essere stata convocata per il consiglio comunale di lunedì; è vero che la convocazione ufficiale non è avvenuta perché la pec fornita dalla stessa Provvisiero era sbagliata; è vero che nonostante ciò la maggioranza abbia ribadito che più volte ci siano stati scambi ufficiosi di riferimenti a questo consiglio e che non è possibile che la Provvisiero non ne fosse a conoscenza, a prescindere dall'ufficialità della convocazione; è vero che a causa di questo si sia bloccato il consiglio comunale per oltre 90 minuti e che alla fine non si sia raggiunto il numero legale al cospetto dei banchi della maggioranza lasciati vuoti; ed è vera la spiegazione di questa scelta come volontà di dare la possibilità alla Provvisiero di presenziare alla seconda convocazione. Quindi ci chiediamo: rispetto a tale questione, di quale realtà si parla? Saremmo certo lieti di conoscere la sua opinione nel caso in cui volesse manifestarla in ambiti aperti al confronto e alla possibilità di replica, concetti per noi esclusi dalle sedute di semplici spettatori del consiglio comunale all’interno del quale forse si è sentita forte nelle accuse.

Ciò che conta ad ogni modo è che al termine di tutto ciò il segretario comunale si sia espresso a favore della validità del consiglio che, forse dalla prossima seduta, potrà cominciare a lavorare seriamente per la città di Teramo.

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