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ico title sx Sequestrati gli impianti dei Prati di Tivo a poche ore dall'inaugurazione ico title dx

Attualità
Cronaca

Le ragioni fanno riferimento a fatti del 2022

Ci sono storie ricche, cariche di tensione e di lunghe apnee. Prendete un sabato di giugno in cui ai Prati di Tivo si festeggia, dopo anni di crisi, la riapertura degli impianti di risalita con la gestione di Marco Finori, e immaginate arrivare già nel tardo pomeriggio di quello stesso sabato la Guardia di Finanza su ordine dell’autorità giudiziaria di Teramo a sequestrare, nuovamente, gli impianti per presunti reati riconducibili al 2022 e attinenti alla manutenzione degli impianti stessi. 
Immaginate quindi che oggi, 17 giugno, dopo il giro con la cabinovia, dopo i festeggiamenti e i migliori auspici, dopo un comunicato entusiasta proveniente dalla Regione Abruzzo a firma del Sottosegretario Umberto D'Annuntiis che sottolinea l'impegno e le celerità dell'ente per conferire le autorizzazioni necessarie augurando il meglio ai territori montani che tanto desideravano questa ripartenza, la Guardia di Finanza abbia notificato il provvedimento con l'accusa di "falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici mediante inganno" e "attentati alla sicurezza dei trasporti, continuato in concorso", riconducibili al 2022. Che significa? Significa che sembrerebbe che negli ultimi dieci giorni di luglio 2022, Finori abbia fatto svolgere lavori di manutenzione agli impianti, prima che fosse nominato il Direttore di esercizio. E sembrerebbe che la data di queste manutenzioni sia stata poi scritta a posteriori, riconducendola ai primi di giorni di agosto quando la nomina era stata fatta. 
Parliamo del 2022. Conterà qualcosa che ad oggi, 2023, ciò che doveva essere controllato e manutentato sia stato fatto regolarmente? Evidentemente no, perché una questione riconducibile allo scorso anno sembra sufficiente per sequestrare di nuovo gli impianti a data da destinarsi.
IL prossimo passo? Il solito ricorso.

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