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ico title sx Inizia il processo a Camillo D'Angelo ico title dx

Attualità
Cronaca

Esercizio abusivo della professione è l’accusa a carico del Presidente della Provincia

La risposta alla domanda se il Presidente della Provincia e Sindaco di Valle Castellana Camillo D’Angelo, in qualità di ingegnere dell’informazione possa rivestire anche il ruolo di progettista e direttore dei lavori in ambito di costruzioni civili, sembra essere una sola per l’attuale Presidente dell’Ordine degli Ingegneri Leo De Santis: no. È il DPR 328 del 2001 che De Santis legge a sostegno della sua risposta, nel corso del suo esame nell’udienza che si è tenuta ieri mattina al Tribunale di Teramo, dinanzi al giudice monocratico Carla Fazzini, del processo a carico dell’ingegnere D’Angelo per esercizio abusivo della professione ex art. 348 del codice penale. Stando a quanto riportato nella “sezione A” del documento, che riguarda l’accesso alla professione “previo esame di Stato, con il titolo di laurea specialistica”, si sancisce dapprima la suddivisione tra ingegneri civili e ambientali e ingegneri dell’informazione, titolo quest’ultimo riferibile a D’Angelo, specificando che “agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale” mentre “agli iscritti al settore dell’informazione, spetta il titolo di ingegnere dell’informazione”. Sono riferibili, come specificato da De Santis nella lettura del DPR, agli ingegneri dell’informazione “le attività basate sull’applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione, direzione lavori, stima e collaudo di impianti e di sistemi elettronici, di automazioni e di generazione, trasmissione ed elaborazione delle informazioni; i rilievi diretti e strumentali di parametri tecnici afferenti impianti e sistemi elettronici; le attività che implicano l’uso di metodologie standardizzate, quali la progettazione, direzione lavori e collaudo di singoli organi o componenti di impianti e di sistemi elettronici, di automazione e di generazione, trasmissione ed elaborazione delle informazioni, nonché di sistemi e processi di tipologia semplice o ripetitiva”. Non sembrerebbe dunque rientrare tra queste facoltà l’attività di progettista e direttore dei lavori relativa alla costruzione civile richiesta dal denunciante D.R. proprio a D’Angelo. Nell’udienza di ieri sono stati esaminati oltre al Presidente dell’Ordine degli ingegneri anche lo stesso D.R., che al momento non si è costituito parte civile, l’agente di polizia locale che raccolse la denuncia nel 2019 e l’ex Presidente del consiglio di disciplina. Nella prossima udienza prevista per settembre, sarà la volta dell’esame dell’imputato, il sindaco di Valle Castellana e presidente della provincia, l’ingegnere Camillo D’Angelo, difeso in giudizio dall’avvocato Gennaro Lettieri, oltre che di 4 testimoni della difesa. Ripercorriamo la vicenda che inizia nel 2015 quando D. R., un residente di Rocca Santa Maria che ha denunciato D’Angelo e rappresentato nel processo dall’avvocato Antonella Galizia, si rivolge proprio all’attuale sindaco di Valle Castellana per la redazione di un progetto per la realizzazione di un piccolo edificio residenziale, con annesso capannone destinato a diventare un bocciodromo. Entro lo stesso anno viene rilasciato dal comune il permesso di costruire. Direttore dei lavori in qualità di ingegnere sarebbe stato nominato, di nuovo, proprio Camillo D’Angelo. Solo in un secondo momento e a causa di importanti ritardi della realizzazione del secondo lotto del progetto, il denunciante viene a conoscenza tramite accesso agli atti - e dopo numerose richiese all’Ordine degli ingegneri e mai prese in considerazione - che D’Angelo non risulterebbe essere in possesso dei requisiti essenziali per ricoprire l’incarico di progettista né di direttore dei lavori, poiché laureato e iscritto all’albo come ingegnere dell’informazione e non ingegnere civile e ambientale; circostanza questa che dovrebbe escludere la possibilità per D’Angelo di redigere il progetto architettonico e strutturale, il computo metrico, gli stati di avanzamento dei lavori e di espletare le funzioni di direttore dei lavori per la realizzazione dell’intervento edilizio, e che ha generato la necessità per D.R. di sporgere denuncia «per tutelare i miei interessi».