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ico title sx Abusi a Campli, al via il processo ico title dx

Attualità
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Si è tenuta la prima udienza sulle questioni preliminari: confermate tutte le 11 parti civili

Si è svolta ieri nell’aula Falcone e Borsellino del Tribunale di Teramo, l’udienza per le questioni preliminari del processo in corso a carico di Pietro Tamburella e Valeria Ficarra, i due rappresentanti della comunità spirituale di Campli, Umani in divenire, accusati di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo continuata e reiterata nei confronti di 11 parti offese, tutte costituite parti civili. Nel corso dell’udienza i difensori di Tamburella e Ficarra, gli avvocati Giampaolo Magnanimi e Lauro Tribuiani, hanno sollevato un’eccezione difensiva richiedendo l’estromissione di una delle parti civili, vale a dire la presunta prima vittima di violenza. Alla base della richiesta, sia l’arco temporale in cui si collocherebbe il fatto, vale a dire nel 2012 rispetto agli altri che si registrerebbero dal 2017 in poi, sia per la modalità con cui sarebbe stata perpetrata la violenza. Si tratterebbe infatti della prima e unica violenza avvenuta sotto costrizione a differenza delle altre a cui le vittime sarebbero state indotte, a causa della loro condizione di vulnerabilità psicofisica. Respinta tuttavia l’eccezione dal collegio che ha confermato così la costituzione di tutte le 11 parti civili. Nella prossima udienza, prevista per il 15 giugno, le parti presenteranno le intercettazioni più rilevanti a fronte di un materiale che conta circa 6000 registrazioni. Una volta che queste saranno periziate, si procederà con l’escussione dei testi. Il presidente e la segretaria della comunità spirituale sono stati rinviati a giudizio su richiesta del sostituto procuratore Silvia Scamurra, poiché “agendo in concorso tra loro ed continuazione con tutti gli ulteriori delitti rubricati (secondo un collaudato schema comportamentale in cui rituali pseudo - religiosi dissimulavano vere e proprie aggressioni di natura sessuale)” abusavano “delle condizioni di vulnerabilità fisicopsichica” in cui versavano gli adepti, adescati “abilmente in internet attraverso una piattaforma denominata TARDIS”, come si legge dagli atti. Le 11 persone offese, tutte costituite parte civile sono rappresentate dai difensori del CeSap, il Centro Studi sugli abusi psicologici, Paolo Florio e Donatella Casini. Le parti offese si sono rivolte al CeSap, che ha sede in provincia di Bari, perché l’associazione si occupa e contrasta abusi in ogni parte d’Italia. Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di una donna avvenuta nel dicembre 2019, che dichiarava di aver subito dai Tamburella e Ficarra abusi sessuali. Sarebbe stata “indottrinata alla rigenerazione”, alla “elevazione spirituale anche attraverso pratiche di natura sessuale”, come si legge negli atti della procura. L’analisi delle persone adescate ha un filo conduttore: tutti si trovavano “in un momento di seria difficoltà economica e intima fragilità”. L’adescamento e di conseguenza l’indottrinamento sarebbero avvenuti tramite chiamate notturne, digiuni purificativi e pratiche di resistenza al sonno. Un’altra donna aveva effettuato donazioni per un ammontare complessivo di 14.800 euro; anche lei attraversava un periodo difficile, era divorziata e senza lavoro. Dai racconti sembrerebbe che le venissero inflitte punizioni corporali qualora avesse disobbedito anche a semplici ordini, “un semplice ritardo o qualora l’interessata non riuscisse ad ostentare il preteso sorriso”. Sarebbe stata chiusa fuori al freddo, imbavagliata, sottomettendosi così al rapporto di soggezione che veniva creato. Anche lei avrebbe subito lezioni di rigenerazione spirituale che finivano in rapporti sessuali. Una coppia, che avrebbe investito 25mila euro e si sarebbe trasferita nella sede della comunità, ha raccontato di atti sessuali addirittura così forti da generare “una vistosa fuoriuscita di sangue”. L’accusa per cui si procede è quella di violenza sessuale ma è difficile distogliere l’attenzione anche dal fatto che la geovilla che Tamburella e Ficarra avevano progettato di costruire, per coltivare il proprio credo spirituale, a distanza di oltre 10 anni non è stata realizzata se non in minima parte e comunque in maniera difforme dal progetto originario nonostante numerose migliaia di euro, in contanti e in gioielli, donati dagli ex adepti. La comunità al momento vanta ancora alcuni adepti tra cui ci sono anche minori che vivono lì e non frequentano alcun istituto di formazione scolastica.

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